Il leader della Lega, adesso, ammorbidisce la sua posizione. Prima no, poi sì. Dopo forse, poi ancora no fino ad arrivare a un sì clamoroso. Matteo Salvini sul lockdown ha cambiato nuovamente idea. E non parliamo dei mesi iniziali dell’emergenza sanitaria quando pubblicava sui social video contraddittori nel giro di pochi giorni, ma della situazione attuale in Italia, con la curva dei contagi che è tornata a crescere vertiginosamente subito dopo la fine dell’estate e con la ripresa di molte attività a tempo pieno. «Noi sono sei mesi che chiediamo collaborazione, collaborazione che si è sostanziata in tre telefonate di un minuto, noi oggi saremo in aula ad ascoltare Conte e faremo le nostre riflessioni, ma la cosa che non è accettabile è rivedere le cose di febbraio, occorre pianificazione, come ha fatto Macron – ha detto Matteo Salvini in collegamento con Radio Anch’io, su Rai Radio 1 -. Se c’è la necessità di chiudere si fa, la vita prima di tutto poi mi auguro che non ci sia un lockdown nazionale».
Salvini sul lockdown ha cambiato idea, ancora una volta
Insomma, se la situazione richiede una chiusura generale delle attività (magari escludendo la scuola), è giusto arrivare a un lockdown, perché la vita umana deve venire al primo posto. Questa la posizione attuale di Matteo Salvini, dopo che per mesi ha continuato pedissequamente a opporsi alle chiusure. Fin da quando a inizio aprile il governo decise di prolungare le restrizioni e il primo lockdown.
La bacchetta magica
«Nessuno ha la bacchetta magica, la prima chiusura e’ stata la prima volta nella storia e tutti navigavamo a vista a febbraio, ma a fine ottobre qualcuno avrebbe dovuto imparare la lezione – ha detto Salvini -. Le cose che si dovrebbero fare ora? Tamponi a domicilio, cure a domicilio, il 75% delle persone che corre in ospedale terrorizzata potrebbe essere curata a casa e poi ci sono i trasporti pubblici».