Alle 18 riunione del Cts per valutare misure sui territori da varare nel week end. Esecutivo accelera anche sulla nuova stretta nazionale: possibili limiti a negozi e a circolazione tra le regioni. Lungo vertice del governo a Palazzo Chigi, con Giuseppe Conte e i capidelegazione della maggioranza. Sul tavolo, i dati forniti dagli scienziati sulle aree considerate più a rischio in base all'indice Rt e alle condizioni del sistema sanitario locale. L'esecutivo sarebbe intenzionato a promuovere una stretta sui territori. Per questo incontrerà domani le Regioni, in modo da fare il punto sulle aree sotto pressione e decidere un'eventuale stretta. Occhi puntati sulle aree metropolitane di Milano, Napoli, Genova, Torino, su porzioni del Veneto e su alcune regioni meridionali. Anche di questo discuterà il Cts in una riunione convocata stasera alle 18.
Accanto ai limiti alle Regioni, però, dovrebbe essere anche varata una stretta nazionale: è in arrivo anche un dpcm, da approvare lunedì. I dati, d'altra parte, sono pessimi. La pressione del Covid continua ad aumentare. La scaletta originaria prevedeva lockdown territoriali rigidi per le aree metropolitane o intere Regioni che segnano l'Rt oltre il 2 e, solo dopo, un dpcm nazionale entro metà della prossima settimana. Ma le resistenze dei territori non mancano, come è chiaro anche dalle parole del governatore campano Vincenzo De Luca: "E' una stupidaggine chiudere Milano e Napoli, non servono misure "mezze, mezze". E' il momento di interventi di carattere nazionale". Per questo l'esecutivo studia in queste ore anche una strategia diversa. Un doppio binario, che corre però parallelo: restrizioni sull'intero territorio del Paese e, contestualmente, ordinanze locali più restrittive, che si configurerebbero come dei veri e propri lockdown mirati. Tra i limiti studiati invece in vista del dpcm nazionale, nuove regole per gli orari dei negozi, limitazioni ai movimenti regionali, forse ulteriori strette ai ristoratori, ad alcune attività sportive e dedicate alla cura della persona. Un modo per accontentare gli amministratori critici per l'assenza di un ulteriore quadro nazionale.
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