speranza e chiusura covidIl ministro parla del dpcm. "Scontata" la chiusura fra Regioni, "interventi forti in Lombardia", la scuola "non è intangibile". Roberto Speranza osserva la curva del contagio e teme che le strutture ospedaliere vadano al collasso. Per questo sono giorni, se non settimane, che spinge, nei vertici di Governo, per inasprire ancora le misure di contenimento. “Quel che mi preoccupa è il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà” dice in un’intervista al Corriere della Sera.  Secondo Speranza, “le terapie intensive non sono il problema fondamentale di questi giorni. Per qualche settimana saranno ancora abbastanza gestibili”. Il problema è il tempo, sono i giorni che passano senza che la pandemia accenni a frenare. “Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore», ripete il ministro, in ansia perché “c’è troppa gente in giro” e bisogna convincere le persone a restare il più possibile in casa.  Il tema più delicato e divisivo è sempre la scuola.

“L’idea del governo è sempre quella di non toccare le scuole. Vogliamo difenderle il più possibile, ma purtroppo dobbiamo farlo dentro il contesto di una epidemia” spiega Speranza. E questo, per quanto doloroso sia, vuol dire che “la scuola non è intangibile”. E “non a caso” aggiunge il ministro della Salute “non abbiamo impugnato le ordinanze” di Campania e Puglia sulla scuola. 

Speranza dà “per scontata” la chiusura dei confini tra le Regioni. “E purtroppo c’è bisogno di interventi forti anche in Lombardia”, anche se non vuole sentir parlare di zona rossa. 

Altro tema, i trasporti. Speranza non esclude che “nelle aree più difficili si decida di scendere un poco rispetto all’80 per cento di capienza dei mezzi”.

Articolo da HuffingtonPost.it 

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