Da noi piagnucolano perché devono abbassare le saracinesche qualche ora prima mentre i nostri vicini europei vanno già in lockdown. Ma inutile illudersi che gli aprituristi nostrani capiscano finalmente la gravità della situazione e quanto siano ridicole le loro proteste. Viviamo in un’era in cui tutti hanno sempre ragione comunque. Se anche l’Italia arrivasse ad un nuovo lockdown le piazze potrebbero riempirsi di paladini della libertà coi polmoni degli altri. Gente che magari irrideva alla seconda ondata e adesso che ci sta travolgendo si barcamena per avere ragione comunque invece di ammettere i propri errori e possibilmente chiudere il becco. Gente che addirittura minimizzava o negava la gravità del virus e ancora si barcamena per avere ragione comunque.
A volte nemmeno la malattia riesce a farli desistere. È interiore l’origine di tutti i mali che affliggono la nostra società. Oggi quello che conta è avere ragione comunque, è difendere il personaggio che si recita, anche a scapito degli altri. Per le strade del paese come davanti a qualche telecamera dove sfilano politici e scienziati e giornalisti che hanno detto tutto e il contrario di tutto. Che son stati smentiti mille volte eppure continuano imperterriti a pontificare come se nulla fosse. Ormai la faccia e la parola valgono davvero poco. Quello che conta è stare a galla, è preservare il proprio posto al sole, è far vincere il personaggio che si recita e la propria fazione, ad ogni costo. Per le strade del paese come davanti a qualche telecamera. È davvero interiore l’origine di tutti i mali che affliggono la nostra società. Un circo dell’ipocrisia il cui trucco è la manipolazione della realtà a seconda della convenienza. Oggi non c’è una realtà dei fatti ma una per ciascuno e anche numeri e dati contano solo se ci danno ragione. Una disonestà intellettuale viscerale anche verso se stessi. Perché bisogna mentire a se stessi per far finta di nulla davanti ai propri errori e continuare a recitare la parte del personaggio infallibile che ha sempre ragione. È questo l’andazzo. Oggi ammettere i propri sbagli e chiedere addirittura scusa non è più un gesto nobile che dimostra lo spessore di una persona, ma è un cedimento da deboli, un difetto da perdenti. Mentre un dignitoso passo indietro non è nemmeno contemplato. Guai ad uscire dal personaggio. Guai a dover ammettere i propri limiti e fallimenti. Guai a doversi guardare allo specchio senza maschera. Guai. La rapidità e la drammaticità degli eventi di questa pandemia hanno costretto frotte di personaggi di ogni risma a barcamenarsi come non mai. Per le strade come davanti a qualche telecamera. Col devastante risultato d’inquinare il dibattito pubblico di sterili polemiche e falsità e faziosità ed astio perfino in un’emergenza di tale gravità. Con tutti che hanno ragione sempre e comunque. Mali interiori. Che intossicano profondamente la nostra società.
Articolo di Tommaso Merlo da RepubblicaEuropea.com