Il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, ha risposto alla domanda che gran parte dell’Italia e dei governatori delle varie Regioni si stanno facendo in queste ore: “Perché la Campania, che ci si aspettava di trovare in zona rossa, è invece gialla? La Regione ha molti casi – ha detto l’epidemiologo e dirigente dell’Iss nel corso della conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della cabina di regia – ma ha un Rt molto più basso ad esempio di Lombardia o Calabria”. L’indice di trasmissibilità Rt, dunque, è stato il più decisivo tra i 21 parametri utilizzati dal Governo per scegliere in che fascia mettere ogni Regione durante questa nuova crisi da Coronavirus. “Evidentemente – ha continuato Rezza – la trasmissione è molto aumentata nelle scorse settimane, ma adesso in qualche modo si è stabilizzata. Per questo motivo oggi c’è un Rt non particolarmente alto, anche se il numero di casi è ancora elevato. Le ordinanze regionali possono avere avuto un certo effetto sulla trasmissione”.
“Sembra molto colpita l’area metropolitana di Napoli – ha aggiunto Rezza – ma per quanto riguarda il numero di casi, mentre per l’incidenza è più colpita la parte Nord della Regione, nel Casertano. Ci troviamo in rosso una Regione come la Calabria che ha un’incidenza sicuramente inferiore, ma un Rt molto alto. Come può succedere questo? Rt stima che in questo momento c’è molta trasmissione dell’infezione in un determinato luogo. Evidentemente, dopo un certo periodo si manifesterà anche un aumento del numero dei casi. Un Rt elevato anticipa dunque di qualche giorno l’aumento dell’incidenza dei casi. Se poi in quella Regione l’indice di occupazione di posti letto e di terapie intensive sono già alti e non si riescono a tracciare i contatti o contare i focolai, a quel punto automaticamente ci troviamo in una situazione di alto rischio. E comunque, la possibilità di istituire zone rosse in Regioni che non sono oggi in zona rossa è sempre disponibile”.
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