Da stamattina l’Italia ha un tricolore diverso da quello che ci unisce sotto un’unica bandiera. Al contrario giallo, arancione e rosso ci dividono a seconda di dove è maggiore o minore il rischio pandemia. Una soluzione inevitabile per provare a scongiurare un nuovo lockdown generale, che non ci possiamo permettere e che al momento non è necessario se guardiamo, prima della mappa dei contagi, la pressione su ospedali e terapie intensive. Questi nuovi sacrifici non è detto però che bastino, e a vedere come vanno le cose nel resto d’Europa, dove ogni giorno registriamo un nuovo record di positivi, non c’è molto da essere ottimisti. Tuttavia ci stiamo provando, e se esiste una possibilità di farcela questa passa dal buonsenso di tutti, dai singoli cittadini a chi fa opinione e chi ci rappresenta nei palazzi della politica: dal Governo alle autonomie locali e le Regioni. Un buonsenso che non sempre prevale. Ieri su un treno da Roma e poi sul metrò di Milano ho visto il numero dei passeggeri dimezzato e il personale che invece lavorava il doppio, con impegno e dedizione per rassicurare le persone, igienizzare e controllare. Un esempio perfetto di quello che adesso la politica dovrebbe fare: smetterla con il litigare su tutto e collaborare per rasserenare gli animi, votare velocemente e tutti insieme i provvedimenti in Parlamento e fare arrivare prima possibile gli aiuti economici a famiglie e imprese. In un Paese normale questo sarebbe il minimo sindacale, ma nella realtà lacerata che viviamo, con opposizioni incapaci di collaborare, se non a chiacchiere, e le Regioni che hanno confuso l’autonomia con l’anarchia, lo scenario è sconfortante.
E anche miope, perché non è detto che protestando su ogni decisione, e facendo crescere l’inquietudine e l’allarme sociale, le persone poi scelgano chi grida tutto il giorno al lupo e non chi si sta rimboccando le maniche per affrontare l’emergenza e tirarcene fuori prima possibile.
Articolo/editoriale di Gaetano Pedullà per LaNotiziaGiornale.it