Massimo Cacciari e mussoliniLa parabola intellettuale e politica del filosofo Massimo Cacciari è inquietante. Figlio dell’alta borghesia esordisce da giovane occupando a Mestre la stazione insieme alle tute blu, diviene un militante di Potere Operaio per poi entrare nel Partito comunista. Si laurea in filosofia a Padova e viene creato professore ordinario di Estetica a Venezia sua città natale. Due volte – in periodi diversi – sindaco della città lagunare con i Democratici di Romano Prodi e con l’Ulivo, due volte deputato del Pci e poi Europarlamentare. Studioso di Marx, Heiddeger, Nitzsche e Wittgenstein si segnala negli anni per un inarrestabile passaggio su posizioni conservatrici se non di destra.  Ci ha abituato, da personaggio televisivo, a uscite bislacche e deflagranti come quella recente a Piazza Pulita in cui ha lanciato strali contro gli statali: “Voglio dire ai miei colleghi dello stato e del parastato, prima o dopo arriveranno a voi, per forza. E io spero che ci arrivino presto, perché è intollerabile che questa crisi la paghi metà della popolazione italiana”.

Forse l’influenza del suo amato Heiddeger, compresso con il nazismo, e l’amore per Nietzsche, che aveva come mito il superuomo ariano, gli hanno giocato negli anni un brutto scherzo e a volte Cacciari sembra più a destra di Salvini.  Non è infatti la prima volta che lo scorbutico filosofo parte per la tangente e si lascia andare ad intemerate di cui perde rapidamente il controllo. A suo discapito però possiamo dire che non solo non è l’unico che nato a sinistra poi si è ritrovato a destra, visto che lo stesso Benito Mussolini, già direttore del quotidiano socialista L’Avanti!, fece similmente, ma molti altri che da giovani erano incendiari extraparlamentari di estrema sinistra ce li siamo ritrovati in Forza Italia o comunque in posizioni conservatrici, a partire dal filosofo Lucio Colletti. Dunque Cacciari, figlio dell’alta e ricca borghesia padana, non è certo un’eccezione quanto piuttosto una triste conferma alla regola che si nasce incendiari e ci si trasforma, da vecchi, in pompieri.

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dall'articolo di Giuseppe Vatinno  per LaNotiziaGiornale.it 

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