È slittata per la seconda volta la riunione della Cabina di regia che effettua il monitoraggio sui contagi da Covid-19 nelle Regioni, un passaggio necessario per la loro collocazione in una delle tre fasce di rischio (corrisponenti a Regioni gialle, arancioni o rosse) previste dall’ultimo Dpcm. A costringere al rinvio dell’incontro, inizialmente previsto per sabato, poi spostato a ieri e infine a questa mattina, secondo quanto riporta Repubblica, è la presenza di alcune anomalie nei dati. Ma quali Regioni cambieranno fascia di rischio? Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, le candidate a entrare nella zona arancione, se non addirittura rossa, sono soprattutto Campania e Liguria, mentre qualche dubbio si avanza anche su Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Lazio. Il Trentino Alto Adige, intanto, ha anticipato i tempi e ieri ha decretato la zona rossa in entrambe le province autonome. La situazione di tutto il paese, comunque, diventa sempre più critica, tanto che ieri la Fnomceo, Federazione degli ordini dei medici, ieri ha chiesto il lockdown per tutto il territorio nazionale. Cabina di regia, le ragioni del rinvio. La Cabina di regia si riunirà quindi questa mattina, su indicazione del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità (Iss), ed esprimerà le sue valutazioni sulla base dei 21 indicatori usati come parametri per decidere la collocazione di una Regione in fascia gialla, arancione o rossa. Ma quali sono le anomalie sui dati che hanno portato al rinvio della riunione? Finora le Regioni avevano comunicato settimanalmente i dati dalla domenica al mercoledì e la riunione dei tecnici si svolge il giovedì o il venerdì. Ma con la divisione dell’Italia in tre fasce di rischio (zone rosse, arancioni e gialle) questi dati assumono un’altra valenza, perché determinano quali restrizioni anti-contagio saranno imposte nella Regione in questione. Secondo quanto scrive Michele Bocci su Repubblica, alcuni assessorati alla Salute regionali inviano i numeri relativi agli indicatori incompleti oppure anomali.
Il ministro alla Salute, Roberto Speranza ieri ha avvertito: “C’è un rapporto serio tra le istituzioni e sarebbe un reato grave dare dei dati falsi”. Ma in molti casi il problema delle Regioni è proprio l’incapacità di raccogliere i numeri, con le conseguenze che questo comporta nella lotta alla pandemia. Il governo, per il momento, sembra aver acconsentito alla richiesta di proroga per dare modo ai territori di far arrivare tutti i dati necessari, ma a un certo punto dovrà arrivare il momento delle scelte.
Quali regioni sono a rischio di diventare “arancioni” o “rosse”.
Tra le Regioni con dati anomali c’è la Campania, la scorsa settimana collocata a sorpresa in zona gialla. I numeri sono troppo buoni considerando la situazione sanitaria nella Regione, che aveva spinto il governatore Vincenzo De Luca a chiedere misure più dure. Per il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, “proclamare la Campania zona rossa è una decisione purtroppo inevitabile, anzi è una decisione tardiva”.
Anche la Sicilia, attualmente collocata in zona arancione, ha avuto seri problemi a inviare i suoi dati, ma non dovrebbe peggiorare la sua situazione. In Emilia-Romagna, l’indice Rt si trova sopra l’1,5, il limite oltre il quale scatta lo scenario quattro quello più preoccupante, quindi da zona gialla potrebbe addirittura finire in zona rossa. La Liguria si avvia verso la fascia arancione, perché peggiorano i dati sul fronte dell’occupazione degli ospedali, anche se ieri il governatore Giovanni Toti ha detto di essere convinto di restare in zona gialla.
Potrebbe resistere anche il Lazio, che al momento si trova in zona gialla. In bilico invece la Toscana e l’Umbria e il Veneto. Qui sembra essere stato risolto qualche problema di comunicazione del dato sulla quantità dei casi riconosciuti a inizio sintomi, ma questo potrebbe non bastare ad evitare la collocazione in fascia arancione.
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