A poco meno di una settimana dall’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm che ha suddiviso l’Italia in tre zone a seconda dell’incidenza dei casi di Coronavirus, il presidente della Federazione degli Ordini dei medici Filippo Anelli non ritiene tali misure sufficienti e spinge invece per un lockdown totale. E lo ha ribadito anche in un video-messaggio inviato a Repubblica: “I dati di questa settimana – ha detto Anelli – purtroppo non ci fanno prevedere nulla di buono. Mediamente abbiamo registrato mille ricoverati, 110 persone in terapia intensiva, 25mila in isolamento domiciliare e oltre 300 morti al giorno. Tra un mese, se questo trend dovesse rimanere invariato, avremo 10mila morti in più. Supereremo la soglia fatidica di 5mila posti letto in terapia intensiva. Lo scenario che si prospetta è drammatico, non solo per i malati di Covid-19, ma soprattutto per il trattamento di tutti i malati con altre patologie. Per questo servono misure drastiche, come il lockdown totale, per evitare di arrivare a fine dicembre o agli inizi di gennaio il trattamento dei malati di Coronavirus con quello dei malati di influenza”.
Già ieri pomeriggio, dopo l’ultimo bollettino, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri aveva lanciato un chiaro messaggio: “La situazione fra un mese sarà drammatica – aveva detto Anelli – e quindi bisogna ricorrere subito ad una chiusura totale. O blocchiamo il virus o sarà lui a bloccarci perché i segnali ci dicono che il sistema non tiene ed anche le Regioni ora gialle presto si troveranno nelle stesse condizioni delle aree più colpite”. Nella stessa occasione, il presidente della Federazione degli Ordini dei medici aveva chiesto di velocizzare le pratiche perché 23mila medici laureati in Italia possano specializzarsi, nonostante le graduatorie bloccate per via dei numerosi ricorsi: “Ammetterli tutti sarebbe una boccata d’ossigeno per il sistema”, ha dichiarato. In relazione all’utilizzo di medici specializzati in altre discipline (come i veterinari) per la cura del Covid, invece, Anelli si è schierato apertamente contro: “Se un oculista deve diventare un internista qualcosa non funziona. La formazione non è un optional”.
Articolo di Carmelo Leo per TPI.it