Il sistema di monitoraggio per rilevare la diffusione del virus del Paese va cambiato. A dirlo è la Cabina di regia - formata da Istituto Superiore di Sanita, Ministero della Salute e tre referenti delle Regioni (Lombardia per il Nord, Umbria per il centro e Campania per il Sud). Nella riunione convocata per esaminare i dati aggiornati, riferiti alla settimana tra il 26 ottobre e il primo novembre, tecnici e scienziati si sono trovati d’accordo sulla necessità di rivedere il sistema attraverso il quale è stato effettuato il monitoraggio finora. Per discuterne in maniera più approfondita, si incontreranno di nuovo martedì pomeriggio. Ma da dove nasce l’esigenza di ricalibrare il sistema e qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere? Si legge nel verbale di fine riunione:
I partecipanti concordano che questo Decreto di fatto modifica l’utilizzo del dato del monitoraggio, che non recepisce in modo completo, determinando discriminazioni poco utili nelle misure di mitigazione adottate nelle diverse Regioni. A tal fine la Cabina di Regia concorda una nuova riunione il giorno 10 novembre alle ore 14:30 al fine di rivalutare il sistema di monitoraggio per rispondere meglio alle nuove esigenze imposte dal DPCM del 3 novembre, in particolare determinando l’inclusione di dati più tempestivi sulle occupazioni del posti letto in terapia intensiva ed area medica e l’inclusione di allerte di resilienza ospedaliera quando la probabilità di superare le soglie critiche di occupazione dei posti letto superi il 50% nelle proiezioni realizzate a 30 giorni. Scopo di queste revisioni è quello di poter fornire classificazioni più rispondenti alla situazione di impatto epidemico attuale sui servizi assistenziali.
Serve, dunque - pare di capire - un sistema in grado di intercettare più velocemente e prima le evoluzioni possibili dell’epidemia in modo da riuscire a fermarne per tempo i possibili effetti negativi, prima di tutto sulla tenuta degli ospedali. Un sistema che consenta di anticipare il virus “perché - spiega una fonte ad HuffPost - non possiamo continuare a inseguirlo. Serve un cambio di passo”. Di qui, quindi, il proposito, condiviso nell’incontro, di individuare quelli che sono stati definiti “indicatori di rischio di prospettiva” da tenere in considerazione nella valutazione del rischio. Una valutazione strutturata su previsioni future, non esclusivamente su dati passati. Con lo sguardo rivolto in avanti per capire come gestire meglio la situazione e farsi trovare più preparati, o - per dirla con la nostra fonte - “meno impreparati di come siamo risultati fino ad oggi”.
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