Imagoeconomica 1Ospedali verso il collassoSecondo i dati del sindacato dei medici Cimo-Fesmed, tra settembre e novembre il rapporto tra nuovi casi e guariti è salito da +1,3% a +2,74%. Tra un mese l'Italia potrebbe arrivare a 2,1 milioni di contagi e 70mila ricoveri, 7mila dei quali nelle terapie intensive. Gli ospedali “sono ormai vicini al collasso, per carenza di personale e mancanza di posti letto a fronte dell’abnorme afflusso di malati per la rapida e vertiginosa diffusione dell’infezione da Covid. Non vanno dati messaggi che sminuiscono la situazione”. E’ l’allarme lanciato, in una lettera aperta, dai Medici internisti, geriatri e infermieri di Medicina interna. La situazione ospedaliera, affermano i camici bianchi, “è drammatica”. “Bisogna decidere, presto – scrive il sindacato dei medici Cimo-Fesmed -: siamo in una situazione emergenziale che necessita di risposte certe ed immediate, di qualcuno che si faccia carico di scelte nette e non differibili. Il lockdown è inevitabile perché occorre ‘raffreddare’ il contagio e permettere alle strutture ospedaliere, ai medici e a tutto il personale di affrontare la pandemia con i tempi, gli strumenti e la necessaria forza per arginarne effetti che potrebbero scalare velocemente i numeri dei ricoveri e dei decessi, fino a compromettere la capacità di cure sia a pazienti Covid che non Covid”.

Il rischio è che gli ospedali “esplodano”, che il bilancio dei decessi e dei contagi, anche tra il personale sanitario, sia peggiore delle più oscure previsioni. Negli ultimi 2 mesi, calcola Cimo-Fesmed, i nuovi casi sono aumentati del 251% (+712.283 nuovi positivi), con 26.797 ricoveri in più (+1.459%), con 2.807 ricoveri in terapia intensiva (+1.711%) e 6.743 nuovi decessi (+17,1%).L’apparente minor incremento dei decessi non sconta ancora l’onda lunga delle degenze avvenute nelle ultime due settimane. Inoltre, nello stesso periodo di riferimento – settembre/novembre – il rapporto tra nuovi casi e pazienti guariti è salito da +1,3% a +2,74%; tanto è sufficiente a comprendere come difficilmente gli ospedali si svuoteranno per accoglierne altri e che l’ingestibilità della situazione per il sistema sanitario non permetta a breve di garantire le giuste cure. “L’esplosione della seconda fase della pandemia – commenta il  presidente dello stesso sindacato, Guido Quici – è vissuta dai cittadini in modo quasi ‘addomesticato’ perché legato esclusivamente a dati giornalieri che non danno l’esatta percezione del fenomeno, che assume tutta la sua drammaticità se si considera l’incremento percentuale distinto su base mensile che evidenzia l’andamento esponenziale”.

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dall'articolo di LaNotiziaGiornale.it

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