Manca poco più di un mese al Natale, una festività che quest’anno sarà molto particolare a causa dell’epidemia di Covid e per la quale il governo sta studiando un piano apposito. Non vi è ancora un documento specifico, ma a Palazzo Chigi, secondo quanto riferito da Il Messaggero, si sta cominciando a ragionare su quali misure eventualmente allentare per il periodo natalizio. Certo, tutto ovviamente dipenderà dall’andamento dell’epidemia e dal numero dei contagi giornalieri. Se la curva, come sembra in questi ultimi giorni, dovesse raffreddarsi e iniziare la ridiscesa, l’esecutivo potrebbe pensare di rivedere qualche norma. Prima fra tutte il coprifuoco che attualmente vige in tutta Italia dalle 22 alle 5 del mattino, che non permetterebbe alle famiglie di riunirsi per il tradizionale cenone della vigilia di Natale. Cenone che, come sottolineato più volte dagli esponenti di governo, quest’anno dovrà essere per limitato per forza di cose a pochi intimi. L’idea allo studio dell’esecutivo è quella di far trascorrere la vigilia e il pranzo di Natale solo con i parenti più stretti, quelli di primo grado. Tuttavia resta il nodo delle zone rosse, dove gli spostamenti sono possibili solo per motivi di necessità. Ecco perché il governo starebbe pensando a una deroga alle restrizioni, sempre nella speranza che l’epidemia di Covid in qualche modo allenti la sua morsa, da attuare nei giorni di festa.
La preoccupazione del premier e dell’intero esecutivo, però, non è solo per la tenuta psicologica degli italiani, ma anche per il grave contraccolpo che il virus rischia di avere sui consumi natalizi. Nel governo, quindi, si ragiona anche sulla possibilità di concedere un allungamento dell’orario di apertura dei negozi, magari dividendo la giornata in fasce orarie, con gli 0ver 65, la categoria più a rischio, che avrebbero la possibilità di fare spese nelle prime due ore di apertura. Al vaglio dell’esecutivo anche la possibilità di riaprire i centri commerciali la domenica. Le eventuali deroghe e allentamenti delle misure, però, non dovranno essere scambiate per un liberi tutti come nella scorsa estate perché, per usare le parole del virologo Massimo Galli, “se affrontiamo Natale e Capodanno come Ferragosto, non ne usciamo più”.
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