Luigi Di Maio Giuseppe Conte 2020. ANSA ETTORE FERRARI 2Per ora siamo ai retroscena, un gradino sotto alle indiscrezioni. Scenari, ipotesi. Vero è però che se ne parla da mesi e mesi: potrebbe essere proprio Giuseppe Conte, l'avvocato di Volturara Appula nonché premier, il prossimo capo politico del Movimento 5 Stelle?  Nel M5s alle prese con gli Stati Generali che ne certificano il passaggio a partito tradizionale, con un Di Battista motivato, con correnti in lotta per la "segreteria", Conte e Fico vengono vissuti come stabilizzatori, "capaci di dare una prospettiva di sopravvivenza fuori dalle infinite tribolazioni di questi mesi", scrive Ilario Lombardo sulla Stampa.  "La coerenza delle proprie idee è senz'altro un valore, ma quando governi devi affrontare la complessità. Quindi bisogna avere il coraggio e l'intelligenza di cambiarle, le idee", e a volte questo "diventa un obbligo morale". Così il premier ieri ha parlato- da remoto, come tutti - agli Stati generali del M5S. L'obbligo morale si impone quando "la coerenza delle stesse idee fa male al Paese", rimarca il premier, "è la prova del nove è spiegare con chiarezza e in trasparenza perché il cambiare idea è una cosa giusta". "Alcune delle mie decisioni, non mi è sfuggito, non sono state totalmente in linea con le posizioni assunte nella vostra campagna elettorale. Sono i momenti in cui siete apparsi disorientati, in cui diciamolo chiaramente si sono create incomprensioni tra di noi. Ma quando governi devi confrontarti anche con la complessità".

Conte sottolinea che "la vostra è una comunità di uomini e donne che, 11 anni fa, muovendo dai territori, si è messa in gioco, si è tirata su le maniche e ha affrontato una grande responsabilità. Siete una comunità tosta, che ha vissuto tanti momenti di difficoltà ma non ha mai mollato". "Siete nati da un'intuizione - dice - avete attuato un progetto che molti ritenevano visionario, finanche velleitario, e invece avete rappresentato la più importante novità della vita politica di questi anni". "La sfida ora è preservare la carica innovativa del M5S, fare tesoro del passato ma con lo sguardo rivolto al futuro".

Usa il "voi" Conte. Ma quel pronome potrebbe presto mutare in "noi". La seconda ondata di una pandemia non è il momento giusto forse per ragionarci, ma il destino politico del premier dovrà incrociare quello del Movimento prima o poi. Gli elettori pentastellati secondo molti sondaggi approverebbero senza troppe remore. 

"Mettersi alla testa del M5S, invece, è un discorso che echeggia nei palazzi. Ma servono i tempi adatti e le condizioni giuste. L’idea, filtrata da dirigenti e ministri grillini, è semplice: Conte è la riserva della Repubblica targata M5S, al momento giusto, dopo le elezioni del Capo dello Stato a inizio 2022, in vista delle prossime elezioni, la sua leadership dovrà apparire quasi naturale, una scelta obbligata a cui non potrà sottrarsi né lui, né chi lo avversa internamente".

Il rapporto tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo

Il calendario politico italiano è deloineato: a giugno 2021 scatta il semestre bianco che precede l'elezione del successore di Mattarella al Quirinale. Il semestre bianco è il periodo di tempo corrispondente agli ultimi sei mesi del mandato del Presidente della Repubblica Italiana, durante il quale il Presidente non può sciogliere le Camere.

Sistemato il Colle, il premier comincerebbe a plasmare il Movimento a sua immagine, cercando di ridare slancio al consenso che comunque da mesi nei sondaggi galleggia tra il 14 e il 18%, e lo farebbe con il sostegno di Beppe Grillo, ieri opportunamente citato nel saluto introduttivo.

Già, Grillo. Ieri Conte ha raccontato: Gianroberto Casaleggio "non l'ho mai incontrato, ed è un rammarico non averlo fatto, con Beppe ci sentiamo spesso, resta la mente più giovane e curiosa del M5S". Forse in futuro avranno molto di più da dirsi. L'argomento? La leadership del Movimento.

Fonte: LaStampa  Articolo di ToDay.it

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