Onorevole Cristian Romaniello, domenica David Sassoli ha rilasciato un’intervista a Repubblica. Pareva di sentire un parlamentare del Movimento cinque stelle… Inizialmente ho cercato conferme per accertare che non si trattasse di un errore, poi ho sorriso. Il tema della cancellazione del debito comprato dalla Bce è una delle nostre battaglie storiche. Oggi in particolare, nel mezzo di una pandemia, servono misure coraggiose ed è bene che se ne parli anche all’interno delle altre forze politiche. Diciamo così, il tempo è galantuomo: in passato ci hanno trattato come irresponsabili per aver posto un tema che oggi viene dibattuto ai massimi livelli istituzionali europei. Che sia il presidente dell’Europarlamento, però, a dire che il debito pandemico debba essere cancellato, apre una strada inaspettata, non crede? Come abbiamo sempre detto, l’opzione di cancellare il debito in pancia alla Bce è tecnicamente realizzabile e il dibattito di questi giorni lo dimostra. Politicamente temo che la strada sia in salita, perché bisognerebbe convincere i “Paesi frugali”. Tuttavia, fino a qualche mese fa nessuno avrebbe mai scommesso su un piano di acquisto di titoli della Bce da 1.350 miliardi. E invece è successo. Dobbiamo costruire un’Europa solidale ed espansiva, convincendo i Paesi austeri a investire su un’Unione del Welfare e della piena occupazione. In altre parole, ci hanno sempre chiesto “le riforme” e sacrifici. Forse è tempo di essere noi a chiedere riforme ai nostri alleati. Le parole di Sassoli chiudono definitivamente anche al Mes. Anche qui: aveva ragione il Movimento? È un altro tema su cui il tempo ci sta dando ragione. Abbiamo sempre pensato, sulla base dei trattati, che il Mes fosse uno strumento inadeguato e che la linea sanitaria non ne cambiasse la sostanza, proprio a motivo della sussistenza degli stessi trattati. Noto con piacere che su queste posizioni stanno arrivando tutti.
Di fatto il Pd, pur non dicendolo, è finito col dare ragione al Movimento 5 stelle?
Abbiamo fatto valere le nostre ragioni, confermando che le nostre diffidenze non avevano nulla di ideologico. A ciò si è aggiunta la decisiva azione espansiva della Bce che rende i nostri titoli di Stato appetibili sui mercati e molto convenienti per il bilancio pubblico. Oggi, nonostante l’alto rapporto debito/Pil, l’Italia si finanzia a tassi vicini allo zero sui BTP a 10 anni e a tassi negativi sui titoli con scadenza inferiore a 5 anni.
Da Calenda a Renzi, c’è però ancora chi “resiste” nella maggioranza
Sentiremo ancora qualche dichiarazione favorevole al Mes, ma penso sia ormai chiaro a tutti che l’Italia debba finanziarsi in altro modo.
Intanto Polonia e Ungheria hanno posto il veto sul Recovery Fund. Quali saranno le conseguenze?
Che si buttino via mesi di lavoro per interessi di parte, atteggiamento coerente con quello dei loro alleati in Italia. Tuttavia, Paesi che ricevono dall’UE 5 volte più di quanto versano dovrebbero essere più cortesi con cittadini e imprese che hanno bisogno di quei fondi.
Intervista di Carmine Gazzanni per LaNotiziaGiornale.it