solinas sardegna discotechePassano i giorni ma sulla gestione del Covid-19 in Sardegna le nubi si fanno sempre più nere. Dopo il caso delle discoteche aperte ad agosto e su cui indaga la Procura di Cagliari, rischia di deflagrare un nuovo bubbone che promette di creare imbarazzo al presidente di centrodestra Christian Solinas. Questa volta a fare clamore non sono le sale da ballo della Costa Smeralda ma le sagre e le fiere di paese su cui, stando a quanto emerge, si è consumato un primo strappo tra il governatore e il Comitato tecnico scientifico da lui stesso nominato.  “Caro presidente Solinas, sentiti i membri del Comitato tecnico scientifico, le confermo che a parere del Comitato l’ordinanza 27 (riguarda il commercio al dettaglio, le attività balneari, i servizi di somministrazione di alimenti e bevande, ndr) è condivisibile, salvo cambiare ovunque le distanze interpersonali portandole ad almeno 2 metri e la non autorizzazione di fiere e sagre, che il Cts ritiene molto pericolose visto il possibile arrivo di numerosi turisti”. Un parere netto, datato 2 giugno scorso, e firmato dall’infettivologo Stefano Vella che temeva la ripartenza dei contagi. Timori a cui il governatore non ha ceduto perché a metà luglio, proprio quando l’isola si riempiva di turisti, ha riaperto sagre e fiere

Una scelta rischiosa è avvenuta contro il parere dei quattro esperti, sebbene compatibile con le “Linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative” stilate dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, che il presidente ha ribadito anche con la proroga del 13 agosto quando iniziavano a spuntare i primi focolai. È bene sottolineare che il parere del Cts non è vincolante e che Solinas è in pieno diritto di compiere scelte politiche. Tuttavia non si può che notare come questo consiglio disatteso degli esperti metta fine alla narrazione secondo cui le decisioni del governatore sono sempre avvenute seguendo i loro pareri. In realtà sembra proprio che i rapporti tra il presidente e i quattro scienziati erano ai minimi termini tanto che tre di loro hanno rassegnato le dimissioni.

L’ultima defezione risale a sabato quando l’epidemiologo dell’università di Sassari, Giovanni Sotgiu, si è fatto da parte spiegando che “è venuto meno il rapporto di fiducia”. Lo stesso scienziato, in relazione al caso discoteche, ha detto di esser sempre stato “assolutamente contrario all’apertura dei locali. Il 6 agosto abbiamo dato ufficialmente il parere negativo, come Comitato, l’ho scritto io. L’11 agosto dall’assessorato hanno inviato una mail alle 19.50, chiedendo un altro parere sull’ordinanza che stavano preparando. Il professor Vella (che poi ha chiarito tutto) ha risposto anche a mio nome, ma io non avevo letto la bozza”. Anzi, conclude, “ci saremmo dovuti sentire tutti l’indomani per esaminarla, invece l’ordinanza è stata firmata dal presidente Solinas poche ore dopo. Quando poi ho visto i giornali sono rimasto esterrefatto”.

Articolo di Nicola Scuderi  per LaNotiziaGiornale.it

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