italia colori covid 19Oggi le nuove decisione sulla base dei dati regionali relativi al monitoraggio dell'epidemia di Covid-19 in Italia.  È attesa per oggi, venerdì 20 novembre, la decisione sulle nuove Regioni che potrebbero diventare zona rossa o arancione, sulla base dei nuovi dati relativi al monitoraggio dell’epidemia di Covid-19 in Italia. Per quanto riguarda le possibili nuove zone rosse, riflettori sono puntati su Puglia, Basilicata e Sicilia, a cui si aggiunge l’Abruzzo, che ha già adottato un’ordinanza con misure più stringenti.  Ieri anche il governatore della Sicilia, Nello Musumeci ha annunciato un’ordinanza che dispone negozi chiusi la domenica e nei festivi. Ecco un riepilogo con l’attuale suddivisione delle Regioni. Tra parentesi le date di adozione delle rispettive ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza:  ZONA ROSSA (rischio alto) – Provincia di Bolzano (10 novembre); Calabria (4 novembre); Campania (13 novembre); Lombardia (4 novembre); Piemonte (4 novembre); Toscana (13 novembre); Valle d’Aosta (4 novembre).  ZONA ARANCIONE (rischio medio-alto) – Abruzzo (10 novembre); Basilicata (10 novembre); Emilia Romagna (13 novembre); Friuli Venezia Giulia (13 novembre); Marche (13 novembre); Liguria (10 novembre); Puglia (4 novembre); Sicilia (4 novembre); Umbria (10 novembre).  ZONA GIALLA (rischio medio) – Lazio; Molise; Provincia di Trento; Sardegna; Veneto.

Regioni e zona rossa, Boccia: “Parametri restano ma confronto per prossimo Dpcm”

Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, ha annunciato ieri al termine del confronto con le Regioni che i parametri resteranno i 21 indicati, ma che da oggi fino a fine mese ci sarà un tavolo tecnico tra il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, i tecnici dell’Iss, quelli del ministero della Salute e del ministero delle Regioni per valutare le “ulteriori ponderazioni e proposte delle Regioni”. I governatori regionali avevano chiesto di portare gli indicatori da 21 a 5.

“Lavoriamo insieme come abbiamo sempre fatto per il prossimo dpcm, approfondendo in sede tecnica le proposte della Conferenza delle Regioni. Ma fino al 3 dicembre restano in vigore parametri e regole condivise, oggi in vigore. Serve chiarezza, che abbiamo il dovere di garantire anche nel dibattito pubblico”, ha detto il ministro.

“Le proposte scientifiche della Conferenza delle Regioni saranno oggetto – riprende – di un rigoroso confronto con il prof. Brusaferro, il prof. Rezza e i tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità che valuteranno tutti i contributi con grande attenzione. Abbiamo la responsabilità comune di garantire la salute di tutti riducendo ogni giorno i contagi e alleviando la pressione sulle reti sanitarie. Dobbiamo lavorare con velocità e unità perché nessuna famiglia pianga più. Anche oggi purtroppo ancora troppi dolori. I morti non sono numeri ma persone la cui scomparsa rende tutti noi più poveri”.

 

Articolo di Anna Ditta per TPI.it
 
 

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