Sì, ho sbagliato. Quattro mesi dopo quel convegno degli ‘scettici’ sul Covid andato in scena in una della sale di Palazzo Madama, Matteo Salvini si dissocia da se stesso. Il segretario della Lega, in chiusura della lunga intervista con Massimo Leoni su SkyTg24, è stato interrogato sulla sua partecipazione al tanto discusso incontro andato in scena al Senato. «27 luglio 2020. Convegno al Senato: ‘Covid in Italia, tra informazione, scienza e diritti’. Il titolo non dice molto, ma lì si trovano tra lo scetticismo e il negazionismo. Lei cita Bernard-Henri Lévy, la sua epidemia della stupidità e dice che il saluto con il gomito è la fine della specie umana e rifiuta le mascherine. È stato un errore?», chiede il giornalista a Matteo Salvini collegato dalla sua casa a Milano. E la risposta, soprattutto per le tempistiche, stupisce non poco.
«Per carità sì, ma posso invitare tutti a non utilizzare il termine negazionista? Perché ci riporta ai campi di sterminio, gli ebrei e i nazisti. Quindi se si vuole fare polemica politica ci sono tanti altri termini. Parlare di negazionismo, di nazismo e di fascismo in questo momento è un qualcosa che non rende giustizia a chi lo fa». Finalmente, a quattro mesi di distanza, il leader della Lega ha ammesso quel che gli veniva contestato fin da allora. Al netto del dibattito sul termine utilizzato (negazionismo è una parole forte, ma sintetizza il pensiero di alcune delle persone intervenute durante quel convegno e i riflessi arrivati ai cittadini), l’ammissione e il mea culpa di Salvini ci fa tornare indietro nel tempo. Era luglio e il senatore parlava di dittatura. Insomma, i termini sbagliati sono partiti proprio da lì. Ma ora, quattro mesi dopo e con molte persone che hanno deciso di seguire l’esempio di Salvini («io non ho la mascherina e non la metto») ecco che arriva il passo indietro. Forse fuori tempo massimo.
(foto: da SkyTg24)
Articolo di Enzo Boldi per Giornalettismo.com