autostrada a24 1389386 tnViadotti abruzzesi dell' A24 in calcestruzzo che cade a pezzi. Scatta l' inchiesta della Procura di Teramo con la Guardia di finanza che ha eseguito un decreto di sequestro preventivo (disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili) per oltre 26 milioni di euro. Sei gli indagati, tutti avvicendatisi nel tempo ai vertici di Strada dei Parchi spa e delle due società collegate, la Toto Costruzioni e Toto Holding. A finire nel registro degli indagati Lelio Scopa, presidente del cda di Strada Parchi, l' ad Cesare Ramadori, il vicepresidente del cda Mauro Fabris, il dg Igino Lai, e i procuratori e direttori operativi Carlo Marco Rocchi e Gabriele Nati.  A coordinare l' inchiesta i sostituti procuratori Laura Colica e Silvia Scamurra che hanno aperto il fascicolo dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova. Nel mirino le pile del viadotto di Casale San Nicola dov' è stato evidenziato lo stato di ossidazione dei ferri dovuta anche al cedimento strutturale dei copriferri, i viadotti di Cretara, San Nicola 1 e 2, Le Grotte e Cerchiara, tutti lungo l' A24, tra Isola del Gran Sasso e Colledara.  Secondo i consulenti della Procura, sono emerse criticità su alcune delle pile e degli impalcati. Ammaloramento evidente dello strato di calcestruzzo a protezione dei ferri d'armatura, il cosiddetto strato copriferro; danneggiamento delle canaline di raccolta e dei discendenti che convogliano le acque di dilavamento provenienti dalla sede autostradale; ossidazione dei ferri delle armature per mancanza dello strato copriferro.

I reati contestati sono l' inadempimento di contratti di pubbliche forniture e l'attentato colposo alla sicurezza dei trasporti e disastro colposo. Gli inquirenti parlano di anni di totale inadempienza, addirittura dal 2009 ad oggi, da parte della concessionaria autostradale dell' A24 degli obblighi di manutenzione ordinaria sulle opere legate all' atto concessorio.

«Le uniche opere di manutenzione ordinaria svolte dalla concessionaria Strada dei Parchi hanno riguardato negli anni la pavimentazione, il verde, le segnaletiche e non le parti strutturali dei viadotti (cassoni, pile, ritegni antisismici) scrive la Finanza -. Gli interventi di manutenzione ordinaria sono stati effettuati a partire dal 2018 e neppure a spese della concessionaria perché sono stati utilizzati contributi statali, erogati in base ai provvedimenti successivi ai fatti di Genova».

Ma c'è anche l'inottemperanza agli obblighi di manutenzione straordinaria, dal 2009, per il viadotto Temperino, da eseguirsi entro il 2013, anche questi omessi fino al 2018/2019, quando sono stati eseguiti con contributi dello Stato. La replica di Toto Holding: «Abbiamo la consapevolezza di aver sempre rispettato le prescrizioni, le regole, la tutela della sicurezza dei nostri utenti».

Articolo di Teodora Poeta per “il Messaggero” da Dagospia.com

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