La dialettica politica italiana è caratterizzata da una condizione paradossale. I limiti e le contraddizioni di questo governo sono evidenti. Dopo gli errori di gennaio e febbraio, tuttavia Conte si è riscattato ed è riuscito a essere Churchill dichiarando il lockdown di marzo che malgrado la sua durezza ha avuto un autentico sostegno popolare. Senonché da giugno a ottobre Conte da Churchill è diventato Mariano Rumor, il suo governo groviglio di contraddizioni, le regioni guidate da rissosi cacicchi. Così nessuno, né il presidente del Consiglio, né i ministri ha alzato davvero la voce a luglio e ad agosto contro le movide, gli assembramenti, i viaggi all’estero in paesi rischiosi. Le regioni poi hanno fatto di peggio: l’Emilia-Romagna e la Sardegna hanno dato via libera alle discoteche. L’Emilia sosteneva la riapertura degli stadi, a sua volta la Regione Lombardia ha tardato a comprare i vaccini influenzali combinando un altro disastro. Tutti, governo e regioni, hanno tardato nell’acquisto dei tamponi, nella riorganizzazione del trasporto urbano, nell’aumento delle terapie intensive e nella riorganizzazione della medicina di base. Risultato di tutto ciò: a ottobre siamo arrivati impreparati di fronte a una seconda ondata preparata anche dalle dissennatezze di luglio e di agosto e dalle analisi sbagliate di quei clinici che avevano affermato che il virus era clinicamente morto.
Allora ancora a ottobre Conte doveva tornare a essere Churchill dichiarando un lockdown alla tedesca per cogliere l’onda al suo decollo. Ha preferito invece continuare a essere Mariano Rumor giocando a rimpiattino con le contraddizioni delle regioni e non facendo i conti con i grillini sul Mes, di cui c’era e c’è un enorme bisogno.
Così l’onda è stata affrontata solo a metà novembre quand’era già salita molto, mentre per molti aspetti eravamo già tornati alla situazione di marzo-aprile: pronto soccorsi intasati, ospedali con le terapie intensive quasi tutte occupate, medici e infermieri contagiati (gira la cifra incredibile di 25.000 unità), trasporti urbani sedi di contagio con conseguenze disastrose sulla scuola e sul lavoro.
Risultato di tutto ciò 50.000 morti, una cifra enorme, fra le più alte d’Europa che impone di usare con grande discrezione il termine “modello Italia”. Rispetto a tutto ciò, però, il comportamento dell’opposizione di centro-destra specie nella versione di Salvini e della Lega è stato semplicemente imbarazzante.
Nel mese di luglio-agosto Salvini ha fatto da interfaccia politica al prof. Zangrillo, a Daniela Santanchè, a Flavio Briatore nel sostenere che oramai il contagio era clinicamente morto, che le discoteche andavano tenute aperte, che le mascherine erano inutili. Per di più Salvini ha provocato assembramenti in tutta Italia con la sua campagna elettorale permanente.
Poteva mettere il governo al muro prendendolo di infilata sul no al Mes, sostenendo il sì e creando davvero le premesse per un governo Draghi di stampo europeista. Invece Salvini ha fatto esattamente il contrario, ha fatto da sponda al no dei grillini e in più con i suoi Bagnai e Borghi (Marx ed Engels) ha sostenuto l’uscita dall’euro e nell’immediato un ruolo enfatizzato della BCE sul terreno dell’annullamento del deficit che, combinato insieme con l’incredibile uscita di Sassoli, ha indebolito tutta la nostra posizione contrattuale nel Recovery Fund.
Le cose non si fermano qui. Sul piano dei rapporti internazionali Salvini è stato una sorta di Arlecchino servitore di due padroni oscillando fra posizioni filorusse (per carità di patria non ritorniamo sull’hotel Metropol) e sull’appoggio finale alla campagna elettorale di Trump.
Ma dove Salvini ha dato il meglio di se stesso è stato sulla questione giustizia. Salvini quando lui e la Lega hanno grane giudiziarie attacca a testa bassa i magistrati e addirittura ha trascinato a Catania tutti i parlamentari leghisti e anche una rappresentanza degli altri partiti del centro-destra, invece ha inneggiato a Gratteri quando questi ha arrestato Tallini, cioè un esponente di Forza Italia, perché ciò gli serviva per attaccare anche Berlusconi perché non abbastanza subalterno.
Allora, ferma rimanendo la valutazione critica su Conte e sull’attuale governo, non si può fare a meno di interrogarsi su cosa potrebbe accadere all’Italia con un centro-destra a guida Salvini, inattendibile sul contrasto al virus, in rottura con l’Unione Europea, con l’euro e con la Bce, schierato per metà sulla Russia e per metà su Trump proprio quando sta cambiano la presidenza degli Stati Uniti, garantista quando si tratta di coprire i suoi problemi giudiziari e ultragiustizialista nei confronti degli altri addirittura quando si tratta di dare un colpo a Berlusconi e a Forza Italia.
Di conseguenza ancora una volta è evidente che malgrado tutti i suoi errori, contraddizioni, ritardi e talora autentiche perversioni provocate dal Movimento 5 stelle, l’attuale governo non ha una alternativa credibile fino a quando a guidarla sarà Matteo Salvini, allo stato una specie di grottesca caricatura di Trump, Giuliani e Putin.
Articolo di HuffingtonPost.it per