L'ex premier soddisfatto: il governo ha accolto tutte le proposte del centrodestra. "Gli altri facciano come vogliono". E’ sera inoltrata quando Silvio Berlusconi, ieri, decide l’ennesimo cambio di marcia: “Il governo ha accolto le nostre richieste sul sostegno economico agli autonomi e sul rinvio delle scadenze fiscali. Mi sono esposto in questa trattativa e non posso perdere la faccia. Noi sullo scostamento di bilancio voteremo sì”. Sono passate poche ore dal vertice con gli alleati che ha sancito la posizione unitaria del centrodestra, la compattezza ritrovata dopo i dissidi, e l’incarico agli sherpa economici di mettere a punto una mozione comune da sottoporre al governo con le richieste dei tre leader per il sì allo scostamento di bilancio. Nel frattempo, però, il ministro Gualtieri – facendo sponda con il premierr Conte – ha aperto pubblicamente alle esigenze che consentono a Berlusconi di intestarsi un importante punto politico: la battaglia in favore dei “non garantiti”, imprese e commercianti, “trascurati” durante la prima fase della pandemia. E una ritrovata centralità politica, che gli permette di tornare protagonista. Ma a convincere il Cavaliere sono state anche le pressioni fortissime dell’ala “governista” dentro Forza Italia, da Gianni Letta a Renato Brunetta – che già al tavolo degli esperti economici, ieri sera, ha fatto emergere le distanze tra i desiderata azzurri, raggiungibili, e quelli ben più ambiziosi di Lega e FdI.
Fatto sta che stamattina, prima delle nove, Berlusconi ha telefonato in diretta al suo gruppo riunito a Montecitorio, dove la seduta stava per cominciare: “Forza Italia vota a favore – ha detto con decisione – Gli altri decideranno cosa fare”. Una forzatura che ha colto di sorpresa il suo stesso partito, dove il gruppo guidato da Mariastella Gelmini è propenso al voto favorevole, mentre al Senato la preoccupazione di spaccare la coalizione è avvertita in modo netto.
E la decisione del leader forzista ha lasciato di stucco i gruppi leghisti e meloniani, impegnati in una mattinata di limature e trattative. La mozione comune, completata a tarda notte, è stata inviata alla maggioranza. “Stiamo lavorando, siamo in attesa che il governo ci dica cosa intende fare” è il refrain di Lega e FdI. Adesso, il Capitano e Meloni dovranno decidere se accodarsi al sì, per non lasciare a Berlusconi la bandiera dell’opposizione “negoziale” e il risultato ottenuto, oppure rompere un’unità del centrodestra che è sempre più di facciata.
Articolo di Federica Fantozzi per HuffingtonPost.it