anziani toti regoleA inizio novembre il presidente della Liguria Giovanni Toti è inciampato in una gaffe sui social, attribuita ad un suo collaboratore: sul suo profilo Twitter ha scritto (lui o chi per lui) che gli anziani vittime di Covid sono persone “non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate”. Toti ha poi chiesto scusa per il suo collaboratore e ha precisato il suo pensiero. Ieri, domenica 29 novembre, il governatore ha rilasciato un’altra dichiarazione che potrebbe far discutere: “Gli anziani a casa coi nipotini creano più danni di chi va a fare shopping”.  Presidente, il Covid-19, esperienza inedita della nostra storia, statisticamente colpisce nella maggior parte le persone anziane, almeno per ciò che riguarda la manifestazione della malattia in maniera più grave. Questo può portare ad un acuirsi della gerontofobia, ossia l’odio e la discriminazione (anche social) nei confronti delle persone anziane?  “Mi auguro di no. O meglio: se ciò accade o dovesse accadere, di sicuro il Covid è un pretesto per giustificare atteggiamenti malsani che hanno poco a che fare con la pandemia e molto più a che fare con la psicologia deviata di chi può sviluppare un odio del genere. Questa emergenza planetaria, invece, ha evidenziato ancora di più due fattori della nostra società”.  Quali?  “Il primo è che le famiglie si basano molto sull’aiuto dei nonni e dei genitori anziani, spesso anche dal punto di vista economico, ma soprattutto per la gestione quotidiana di figli e nipoti. È perciò molto importante – e questo è il secondo fattore – proteggere i nostri anziani perché i decessi dovuti al virus, che ogni giorno trasmettiamo al ministero, sono quasi tutti di persone over 75. Bisogna quindi, semmai, avere un atteggiamento di assoluto aiuto e protezione per loro, che spesso, purtroppo, pagano il prezzo più alto. E questo va fatto ogni giorno da parte di tutti noi con comportamenti responsabili nei confronti dei nostri anziani, mentre è compito della politica trovare soluzioni che possano andare in questa direzione”.

Recentemente un giovane consigliere comunale di Pavia ha inveito nei confronti degli anziani concludendo la sua uscita con “W Darwin!”. Che invito si sente di dare ai più giovani rispetto al pericolo di trascendere in espressioni e azioni discriminatorie e vessatorie nei confronti della parte anziana del nostro Paese?
“L’uscita è stata infelice e il consigliere, da quel che so, si è dimesso. I social sono un mezzo potentissimo e spesso vengono usati per veicolare messaggi positivi. È purtroppo facile che accada anche il contrario o che un pensiero espresso magari di fretta venga travisato. Io, a parte casi isolati, ho molta fiducia nei giovani e penso che siano invece molto attenti ai nostri anziani e alle fasce più deboli della società. Spesso tendiamo a dipingerli come insensibili e a etichettarli, ma intorno a me francamente non vedo questo. Questa società necessita di solidarietà tra generazioni perché è proprio attraverso la conservazione delle proprie radici che passa il rispetto per le persone anziane che hanno fatto la storia di questo Paese. Certo, è fondamentale il ruolo degli adulti e della politica – che è lo specchio della società – perché l’educazione e il rispetto sono cose che vanno trasmesse ai bambini e ai giovani ogni giorno. L’esempio, quello buono, resta sempre fondamentale”.

A inizio novembre lei è stato al centro di una polemica per un tweet di un suo collaboratore sugli anziani, poi ha proposto l’introduzione di misure differenziate a tutela degli anziani. Come è stata accolta dalla Conferenza Stato-Regioni e dal Governo nazionale questa impostazione?
“Che le persone anziane o fragili a causa di particolari patologie siano maggiormente esposte al rischio di pericolose complicanze in caso di contagio da Covid-19 è un dato tristemente assodato, che riscontriamo, purtroppo, ogni giorno quando leggiamo i dati sull’andamento della pandemia. È per questa ragione che ho insistito – e continuo a insistere – sulla necessità di proteggere i nostri genitori e i nostri nonni, non solo con i comportamenti di ciascuno, avendo maggiori attenzioni e precauzioni quando li andiamo a trovare, evitando di lasciare i nipotini con loro e così via, ma anche con misure concrete che Regione Liguria ha messo in campo per aiutarli a condurre una vita più riparata e a ridurre i rischi”.

Per esempio?
“Il bonus taxi, che consente agli over 75 – oltre che alle donne in gravidanza, alle persone invalide o con particolari patologie – di avere una card da 250 euro da spendere sulla rete regionale dei taxi e dei cosiddetti Ncc (noleggio con conducente, ndr), evitando quindi di utilizzare i mezzi pubblici per gli spostamenti. Oppure il potenziamento del sistema dei custodi sociali con un numero verde regionale per avere la spesa o i farmaci al proprio domicilio e l’incentivo a fare la spesa in fasce orarie di minor affollamento grazie ad un accordo con la rete dei commercianti e con la grande distribuzione. Sono misure di buon senso, che servono per proteggere la parte più fragile della popolazione, riducendo, di conseguenza, la pressione sui nostri ospedali”.

Stanno funzionando?
“In Liguria hanno funzionato: è anche grazie a queste iniziative che siamo stati la prima regione a rientrare in zona gialla e che oggi siamo tra le regioni in cui la curva del contagio sta scendendo più rapidamente. Il mio auspicio è che queste misure, apprezzate da esponenti del governo e da colleghi governatori anche di colore politico diverso dal mio, siano estese a livello nazionale in modo che i dati giornalieri sui decessi, i più drammatici di questa emergenza, possano calare in modo significativo”.

Articolo/intervista di Alessia Bausone  per TPI.it

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