La notizia, come logico, ha destato molta rabbia e altrettanto stupore, anche se non si tratta – purtroppo – di una novità. Si parla dei due cittadini tunisini che percepivano il sussidio di Stato, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, e che finanziano jihad con reddito di cittadinanza. I due sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza. Una storia molto grave, come molte altre che si sono intrecciate negli ultimi due anni attorno a quel provvedimento che ha previsto controlli approfonditi solamente dopo l’ottenimento del sussidio. Ma Il Giornale, nel raccontare questa vicenda nella sua prima pagina di oggi, ‘dimentica’ (le virgolette sono un eufemismo) come quel provvedimento sia stato firmato anche dalla Lega, con Matteo Salvini che all’epoca era vicepremier. Questo, infatti, il titolo che compare oggi in apertura de Il Giornale. Il reddito grillino. Ma, da quel che sappiamo noi, è stato approvato da un governo la cui maggioranza era composta sì dal Movimento 5 Stelle, ma anche dalla Lega. E che Matteo Salvini, all’epoca, fosse Ministro dell’Interno e anche vicepremier. Insomma, il reddito di cittadinanza ha paternità grillina, ma fecondato anche dal Carroccio. Fare finta che il leader della Lega fosse estraneo dalla dinamiche dell’approvazione di questo provvedimento è una forzatura. E non è la prima volta che accade. Nel mese di settembre, infatti, fu lo stesso Salvini a criticare le norme per il reddito di cittadinanza. Forse il caldo di questa estate e la corsa alla propaganda elettorale ha fatto dimenticare a lui il suo ruolo nell’approvazione del sussidio che è stato fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, ma approvato anche dal suo Carroccio.
Articolo di Enzo Boldi per Giornalettismo.com
(foto di copertina: da prima pagina de Il Giornale del 3 dicembre 2020 + profilo Instagram di Luigi Di Maio)