No alla riforma del Mes. Lo hanno scritto nero su bianco 16 senatori e 42 deputati pentastellati in una lettera inviata ai vertici del M5s, in vista del voto del 9 dicembre in Parlamento, quando il premier Giuseppe Conte farà le sue comunicazioni alla vigilia del Consiglio Ue. La lettera è indirizzata al capo politico Vito Crimi, al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e ai capigruppo di Montecitorio e Palazzo Madama. Tra i 5 Stelle i malumori vanno avanti da alcuni giorni e, anche se i firmatari della lettera hanno assicurato di non voler “mettere in difficoltà la maggioranza”, il nodo è da affrontare soprattutto alla luce delle tensioni interne: per venerdì è stata convocata un’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari M5s di Camera e Senato e, tra le varie cose, si parlerà anche della riforma del Mes. ”Bisogna riaffermare con maggiore forza e maggiori argomenti, quanto già ottenuto negli ultimi mesi: no alla riforma del Mes“. Per questo motivo, proseguono, “consci delle diverse posizioni nella maggioranza, che non vogliamo in nessun modo mettere a rischio, chiediamo che nella prossima risoluzione parlamentare venga richiesto che la riforma sia subordinata alla chiusura di tutti gli altri elementi (Eids e Ngeu) delle riforme economico-finanziarie europee o a rinviare quantomeno gli aspetti più critici della riforma del Mes sopra menzionati”. In caso contrario, i 5 Stelle si dicono “pronti a bloccare la modifica alle Camere”. Perché, ricordano, “non è il momento di arretrare”.
Poche ore dopo la diffusione del testo, però, alcuni eletti 5 stelle hanno iniziato a prendere le distanze dalla lettera che la fronda grillina ha inviato ai vertici del M5s. “Vorrei che la mia firma alla lettera sulla risoluzione venisse tolta in quanto erroneamente inserita”, è la richiesta, secondo quanto apprende l’Adnkronos, avanzata via mail dal deputato M5s Mattia Fantinati, il cui nome compariva nell’elenco dei 42 deputati e 17 senatori. Anche la deputata Iolanda Di Stasio si è sfilata: “Ho più volte ribadito la mia contrarietà all’attivazione del Mes per il nostro Paese, ma mai firmato la lettera”. Poco dopo è intervenuta anche Loredana Russo: “Smentisco di aver firmato la lettera, indirizzata ai vertici pentastellati, con determinate richieste sulla riforma del Mes, il cui voto è previsto in aula per il prossimo 9 dicembre, di cui non avevo nemmeno letto il testo. Resto fermamente contraria al ricorso al Mes, ma ogni mia scelta anche sulla riforma di tale strumento avverrà all’esito di un confronto interno al gruppo e nel pieno rispetto delle decisioni che assumeremo collegialmente come sempre fin qui avvenuto”.
Stesso discorso anche per Sabrina De Carlo: “Ho revocato la mia adesione alla lettera inviata onde evitare sterili strumentalizzazioni politiche”. Il deputato Luca Carabetta ha fatto sapere che “si dissocia” pur essendo contrario alla riforma del Mes.
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