Ammontano a 196 miliardi di euro le risorse che, secondo la bozza del Recovery plan visionata dall’agenzia Ansa e al centro del confronto di oggi in Consiglio dei ministri, metterà per le sei macro-aree del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Alla digitalizzazione e innovazione saranno destinati 48,7 miliardi, all’area “rivoluzione verde e transizione ecologica” andranno 74,3 miliardi, al settore Infrastrutture per una mobilità sostenibile 27,7 miliardi. Istruzione e ricerca potrà contare, invece, su 19,2 miliardi, quello sulla Parità di genere su 17,1 miliardi, secondo la bozza. L’area sanità, infine, conterà su 9 miliardi. La bozza del Piano presentato dal premier Giuseppe Conte al Consiglio dei ministri è composta da 125 pagine ed è divisa in quattro parti. Il testo traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti, l’attuazione e il monitoraggio del piano e la valutazione dell’impatto economico. Le riforme e gli investimenti mirano a “una transizione ‘green, smart and healthy’. E riguardano: riforma della giustizia; digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca, parità di genere, coesione sociale e territoriale; e salute.
“Per uscire da questa crisi e per portare l’Italia sulla frontiera dello sviluppo europeo e mondiale – scrive Conte nella premessa del documento – occorrono un progetto chiaro, condiviso e coraggioso per il futuro del Paese, che permetta all’Italia di ripartire rimuovendo gli ostacoli che l’hanno frenata durante l’ultimo ventennio. Che Paese vorremmo tra dieci anni? Da questa domanda è partita la riflessione del Governo. Dietro al ritardo italiano ci sono problemi strutturali noti, ma mai affrontati con sufficiente determinazione. Questo è il momento di farlo”.
Nella bozza si disegna una governance con cabina di regia politica, struttura tecnica con capi missione e un comitato di responsabilità sociale, composto da rappresentanti delle categorie produttive, del sistema dell’università e della ricerca per seguire l’attuazione e dare pareri e suggerimenti. I membri del comitato saranno scelti tra personalità di alto profilo istituzionale e scientifico e di notoria indipendenza e potranno dare consulenze su specifiche problematiche e segnalare collaborativamente ogni profilo ritenuto rilevante per la realizzazione del PNRR”.
Articolo di LaNotiziaGiornale.it