Imagoeconomica matteo renzi bluffInvece di mordere, alla fine Italia Viva smette di abbaiare. Dopo settimane di penultimatum arrivano i primi segnali di retromarcia sulla sfiducia a Conte.  Dopo averlo sentito abbaiare per giorni sempre più forte, in tanti erano pronti a scommettere che, alla fine, Matteo Renzi avrebbe azzannato la presa. Restava solo da capire quando avrebbe assestato il morso letale a Giuseppe Conte. Ma dopo aver monopolizzato il dibattito politico, con la grancassa di opinionisti e commentatori pronti a puntare sulla spallata al governo che avrebbe favorito l’avvento dell’osannato Draghi a Palazzo Chigi, da ieri non solo l’ex premier sembra aver rinunciato ad addentare l’osso, ma pare abbia pure smesso di abbaiare.  Sui social in mattinata il leader di Rignano aveva rilanciato sulla necessità di attivare il Mes. L’ennesima provocazione, dal momento che al Salva Stati il M5S è contrario e che Conte su questo ha già dichiarato di ritenere irresponsabili gli aut aut. Ma a sera si ode un’altra musica. Mentre a Palazzo Chigi sono in corso le consultazioni, avviate dal premier, sul Recovery con i partiti (ieri M5S e Pd, oggi tocca a Iv e Leu) Ettore Rosato dichiara: “Qualcosa è cambiato. Il presidente del Consiglio ha convocato una serie di riunioni. Mi sembra un fatto positivo”. Non solo. A sentire il renziano il premier “ha ripreso in parte alcune questioni che avevamo posto”.

Eppure si tratta dello stesso personaggio che domenica aveva dichiarato che era venuto meno il rapporto di fiducia tra la maggioranza e il premier. In realtà sono giorni che i renziani vanno ripetendo che le ragioni “per cui abbiamo fatto nascere questo governo non ci sono più”, che Conte non è l’unica soluzione, che in caso di crisi non si deve andare necessariamente a votare perché c’è lo spazio per sperimentare in Parlamento un’altra maggioranza e per dar vita a un nuovo esecutivo. Ma la verità è che il leader di Rignano è stato scaricato da tutti e non può non prenderne atto.

Se all’inizio alcune delle sue obiezioni nei confronti del premier sono state condivise anche dal Pd, i dem hanno poi preso nettamente le distanze. Soprattutto il Nazareno non ha alcun interesse a governi tecnici o di unità nazionale. L’unica alternativa che ritengono plausibile, in caso di crisi, è il voto. Non si stancano di ripeterlo Andrea Orlando e Dario Franceschini. Idem il M5S. “Irresponsabile in questo momento mettere in discussione il governo. Chi lo fa, lavora pro domo propria e se ne assume la responsabilità davanti al Paese”, dichiara Stefano Buffagni. “Dobbiamo continuare a lavorare per rispondere coi fatti alle sfide che abbiamo davanti. è questo che i cittadini si aspettano da noi, non sterili polemiche”, dice il capodelegazione Alfonso Bonafede.

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dall'articolo di Raffaella Malito  per LaNotiziaGiornale.it

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