Gentiloni: "E' un voto che rafforza un governo europeista". Sassoli: "Gli elettori hanno scelto l'Europa, contro i seminatori di odio". Bruxelles plaude. All’indomani della sconfitta di Matteo Salvini in Emilia Romagna, Paolo Gentiloni ha il volto rilassato di chi ora può dire all’Europa che in Italia il pericolo sovranista è arginato. Il commissario agli Affari economici della squadra von der Leyen arriva al Parlamento europeo per un’audizione in commissione Problemi economici e, prima di entrare, racconta con soddisfazione delle pagine dei quotidiani stranieri dedicate al voto del 26 gennaio in Italia. E’ un voto che “rafforza il governo”, dice Gentiloni, è un voto “europeista”, dice anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Anche Bruxelles tira un respiro di sollievo: stamane lo spread scende ai minimi degli ultimi 3 mesi in Italia, soglia 140, meno 16 punti rispetto al venerdì pre-elettorale: è il segnale che i mercati scommettono sulla stabilità del governo.
“Certamente - afferma Gentiloni - da cittadino posso dire che è stato premiato il buon governo, il lavoro del governatore Stefano Bonaccini. E mi ha fatto molto piacere svegliarmi stamattina con vari notiziari internazionali che parlavano come terza notizia di queste elezioni in Emilia-Romagna, descrivendo l’Emilia come la terra del prosciutto, del Parmigiano, della Ferrari, della Lamborghini, dell’Università di Bologna e di Parma. E’ una regione - continua - che è vista con grande simpatia ed è un’esperienza di buon governo che è stata premiata. E, come commissario europeo, penso che questo possa rafforzare un governo che ha un chiaro orientamento europeista”.
“L’Emilia Romagna ha scelto l’Europa e il buon governo – è il commento di Sassoli - È una importante regione che non si è sottratta a partecipare alle grandi sfide per il cambiamento così come indicato dall’agenda europea. C’è stata una grande partecipazione contro i seminatori di odio. Una energia che i partiti ora non devono disperdere. È un voto di speranza. Buon lavoro a Stefano Bonaccini”.
Una eventuale vittoria di Salvini e della sua candidata Lucia Borgonzoni in Emilia Romagna avrebbe potuto mettere in serie difficoltà il governo Conte II, l’esecutivo ‘benedetto’ dalle Cancellerie europee alla fine dell’estate scorsa, dopo che il leader della Lega ha aperto la crisi mettendosi fuori dalla ‘sala dei bottoni’ del potere. Non è avvenuto. E ora che almeno in Emilia Romagna, sebbene non in Calabria, il Pd è riuscito a mantenere l’amministrazione regionale, prevalendo di 8 punti percentuali sulla candidata leghista della coalizione di centrodestra, a Bruxelles tirano respiri di sollievo.