Il video in cui Matteo Salvini citofona ad una famiglia tunisina residente a Bologna per chiedere se siano degli spacciatori è stato rimosso da Facebook, non prima di essere stato visto migliaia di volte e condiviso da molti follower del Capitano. Sui motivi della rimozione del video spuntano diverse ipotesi, alcune in merito all’incitamento all’odio e altre legate alla violazione della privacy del ragazzo minorenne coinvolto nella scenetta. Come ricostruito da il Corriere della Sera, il video di Matteo Salvini era stato segnalato a Facebook da diversi utenti per incitamento all’odio. Una categoria a cui il social di Zuckerberg presta molta attenzione, dopo essere stato pubblicamente attaccato da diversi governi e associazioni di tutto il mondo di dare voce all’odio di genere, razziale, religioso. Eppure, il video era rimasto online.
A far scattare la rimozione sembrerebbe essere stata la violazione della privacy del minorenne tunisino, poi preso di mira sui social network. A sollevare questa ipotesi è il suo avvocato difensore Cathy LaTorre che al sito del Corriere ha spiegato come sia stati necessario del tempo «per cristallizzare le prove: migliaia di condivisioni, commenti d’odio e insulti che dimostrano il danno alla privacy e ala reputazione, come prevede l’articolo 10 del Codice civile». Il video infatti rendeva individuabile e rintracciabile il minorenne e andrebbe contro gli Standard della community Facebook per quanto riguarda la «violazione della privacy e diritti di privacy sulle immagini». Se invece venisse confermato che il video è stato rimosso per incitamento all’odio, sorgerebbe spontaneo chiedersi perché in un primo momento il motivo non fosse stato ritenuto sufficiente.
(credits immagine di copertina: Fermo immagine del video Facebook)
Articolo di GAIA MELLONE per Giornalettismo.com