Dopo che Il Fatto ha raccontato come la delibera per ripristinare gli assegni sia già stata scritta, nonostante la camera di consiglio fissata per il 20 febbraio, i grillini chiedono con un post sul Blog delle Stelle di ripartire "da zero" azzerando lo stesso organo interno a Palazzo Madama. "Al suo interno - scrivono i 5 stelle - devono essere nominati senatori eletti a partire dal 2013, perché loro, a differenza dei predecessori, non hanno diritto al vitalizio ma ad un trattamento contributivo". E rilanciano le accuse di conflitto d'interessi. Ripartire da zero e nominare una nuova commissione che decida sul ripristino dei vitalizi al Senato. È quello che chiedono gli esponenti del Movimento 5 stelle dopo che Il Fatto Quotidiano ha pubblicato in esclusiva la notizia sulla delibera già pronta della commissione Contenziosa di Palazzo Madama. La camera di consiglio dell’organo interno al Senato che dovrà pronunciarsi sul taglio dell’assegno è fissata per il 20 febbraio. La commissione però ha già deciso: gli ex senatori riavranno i loro assegni fino all’ultimo centesimo. Sul Fatto in edicola, infatti, è raccontato come la sentenza sia già scritta: il Senato ripristinerà i vitalizi senza la sforbiciata imposta dal ricalcolo su base contributiva in vigore dal 1 gennaio 2019. Vuol dire che l’assegno sarà ripristinato per oltre 700 ex senatori, cancellando il risparmio da 22 milioni di euro all’anno.
“Nella Commissione Contenziosa, che deve esaminare più di 700 ricorsi degli ex senatori che chiedono di riavere i loro vitalizi, sembra esserci la volontà di accogliere questi ricorsi e ripristinare il più odioso tra i privilegi che la vecchia politica si è auto attribuita. E la cosa ancor più grave è che da quanto emerge sembra esserci una sentenza già scritta, senza che si sia tenuta ancora alcuna camera di consiglio”, è l’incipit del post pubblicato sul Blog delle Stelle. Dove si ricostruiscono le ultime puntate dell’iter che porterà la commissione a decidere. “Lo scorso 4 novembre era prevista la riunione decisiva, ma il clima che precedeva i lavori della Commissione e un forte sospetto di conflitto d’interessi per alcuni componenti spinsero la senatrice Elvira Evangelista a rassegnare le dimissioni. Già in quei giorni tutto lasciava pensare che la maggioranza dei 5 componenti avesse già maturato il convincimento che il privilegio dovesse tornare in vita e questo senza che i 5 giudici si fossero riuniti per esaminare i documenti e esporre le proprie tesi giuridiche nella Camera di Consiglio. Si capisce bene la gravità di un fatto del genere”, proseguono i 5 stelle.
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dall'articolo di F. Q. per IlFattoQuotidiano.it