La sconfitta della Lega in Emilia-Romagna ha messo Matteo Salvini in una posizione più difficile. Per il leader leghista le regionali nella roccaforte rossa sarebbero avrebbero potuto condurre alla spallata al governo giallorosso.Ma invece l'esito di domenica 26 gennaio è stato differente: Lucia Borgonzoni e la Lega ne sono usciti sconfitti, al netto di quello che resta un risultato storico per il Carroccio. E nello stesso Carroccio, ora, qualcuno avanza dei dubbi. Tra questi quelli del numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti. "Comprendo che Matteo abbia voluto fare a modo suo, giocando se stesso, quindi giocandosi tutto". Parole riferite dal Corriere della Sera in un retroscena, parole a chi si interrogava sul "referendum su Salvini". Ma - e c'è sempre un ma - dopo l'Emilia è emerso il vero problema: "Il declino della classe politica di pari passo con il declino della classe dirigente. In questo contesto, i migliori non intendono impegnarsi e restano fuori dalla dimensione pubblica".
Insomma, si potrebbe tradurre più o meno così: nella Lega, eccezion fatta per Salvini, per gli altri c'è troppo poca visibilità. Poi Giorgetti ha un altro sassolino di cui liberarsi, la controversa crisi agostana: "Bisognava aprire la crisi a ridosso delle Europee, quando i nostri avversari erano impreparati. Ora è come se stessimo sotto una slavina che sta per staccarsi: proveranno a consumare Salvini e a consumarci". Il punto è che ora la fine della legislatura appare molto più lontana.
Articolo di LiberoQuotidiano.it