Da Giorgetti a Crosetto fino a Carfagna e Zaia: per il dopo-Salvini esistono leader competenti che sanno governare e fare politica. Ma questi potenziali candidati dovranno combattere contro l’esercito dei facinorosi dei giornali di destra che alimenta l'incendio sociale e ideologico. Noi di sinistra ci dovremmo fare i fatti nostri. Nel senso che dovremmo restare indifferenti alle prime avvisaglie di scontro nel centrodestra sulla leadership. Certo un po’ di magone viene all’idea che prima o poi Matteo Salvini verrà retrocesso (come un Luigi Di Maio qualsiasi) perché questo Salvini è stato una mano di Dio per noi. Senza di lui non avremmo riacchiappato il vecchio elettorato, le sardine sarebbero rimaste nelle scatolette, staremmo a discutere di Matteo Renzi e Carlo Calenda. C’è stato un tempo – tutto il periodo berlusconiano – in cui la sinistra, che inseguì pure Gianfranco Fini, sognava il leader di destra di rango europeo immaginandolo ben vestito, antifascista, ragionevole, di mezza-Casta, lontano dal popolo urlante.
Invece ci siamo beccati il Cavaliere e, se non fosse per l’età e per i suoi “vizietti”, quel diavolo sarebbe ancora a comandare. Invece ha lasciato l’eredità del centrodestra a un giovane pasticcione che non si accorge mai quando sta per fare, o dire, la cazzata e non ha attorno a lui uno/a che lo metta in guardia. Ma possibile – dico io – che non vi avanzi un Rocco Casalino anche per lui?
DA GIORGETTI A CROSETTO FINO A ZAIA, TANTI LEADER A DESTRA
Il sogno di inverno della sinistra, che spera nella volata di Giorgia Meloni ma poi teme che la giovane politica di destra si infili in una china lepenista, è senza dubbio Giancarlo Giorgetti. Giorgetti, se ci pensate, assomiglia tanto al mitologico leader di destra che può piacere a tutti. Parla poco, sa di cosa parla, ha un buon aspetto, è bene educato ma qualche vaffanculo riesce a dirlo, è leghista cioè di quella famosa costola della sinistra che purtroppo ormai non ci vuole più bene. Un altro che non dispiacerebbe è Guido Crosetto, il gigante buono che sa tutto, parla di economia come un professore della Bocconi, conosce i segreti del parlamento, capisce di strategie militari.
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dall'articolo di Peppino Caldarola per Lettera43.it