Secondo il premier la misura non può essere valutata a meno di un anno dalla sua entrata in vigore. Ma per il Fondo monetario internazionale gli assegni troppo alti disincentivano la ricerca di un lavoro. «La valutazione di una misura complessa quale il Reddito di Cittadinanza, che richiede, proprio in riferimento alla componente di attivazione sociale e lavorativa, il rafforzamento dei relativi servizi, non può essere effettuata, sarebbe irragionevole, a meno di un anno dalla sua entrata in vigore, in quanto richiede un tempo congruo per poterne valutare con completezza l’efficacia», ha detto il premier Giuseppe Conte rispondendo al Question Time al Senato. La riforma «è in linea con le migliori pratiche di welfare già sperimentate in Ue», ha aggiunto, «resta fermo l’impegno del governo ad attuare nella sua massima potenzialità il Reddito di Cittadinanza, al fine di migliorarne la capacità di contrasto alla povertà e di incentivare il reinserimento socio-economico, nell’ambito della definizione dell’Agenda 2020-2023».
Solo il 29 gennaio, il Fondo monetario internazionale ha ribadito che gli assegni del reddito sono troppo alti, superiori agli standard internazionali e che di fatto disincentivano la ricerca di un lavoro. Inoltre questa norma favorisce i single e le famiglie con pochi componenti mentre lascia fuori quelle numerose. I benefici – avvertiva – «diminuiscono troppo rapidamente con le dimensioni della famiglia, penalizzando le famiglie più grandi e più povere».
IL 4% DEI BENEFICIARI HA AVUTO UN CONTRATTO DI LAVORO
Secondo gli ultimi dati dell’Anpal (riferiti al 10 dicembre mentre i più recenti sono attesi per la prossima settimana) sono 28 mila i beneficiari del reddito che hanno avuto un contratto di lavoro dopo l’ok al sussidio, quindi circa il 4% della platea delle persone attivabili. Oltre 420 mila persone sono state comunque convocate dai centri per l’impiego nelle varie regioni per iniziare il percorso verso la ricerca del lavoro e il 78% di questi si è presentato alla prima convocazione, Oltre 220 mila persone hanno già firmato il patto di servizio.
Articolo di Lettera43.it