L'ex premier non solo si deve guardare da possibili defezioni di "responsabili" da Italia viva, ma rischia anche di perdere il sostegno di quanti negli anni lo hanno appoggiato nel centrosinistra sia politico che culturale. Nuovi attacchi da Bettini e Serra. Matteo Renzi rischia di rimanere con il cerino in mano. Dai giorni del Papeete e dalla fondazione di Italia viva, il Machiavelli di Rignano ha giocato la sua partita abilmente, riuscendo a conquistarsi un potere probabilmente sproporzionatorispetto al suo effettivo patrimonio di voti. Ma nella battaglia con Giuseppe Conte potrebbe essersi spinto troppo in là, e da attaccante diventare l’attaccato. L’ex premier non solo deve ora guardarsi da possibili tradimenti di “responsabili” di Italia viva pronti a tornare nel Pd per salvare il governo. Ma rischia anche di perdere il sostegno di quanti negli anni lo hanno più o meno appoggiato, nel centrosinistra sia politico che culturale. L’ultima presa di distanze è arrivata da Goffredo Bettini, esponente di rilievo ma sempre di basso profilo del Pd romano, secondo molti deus ex machina del governo Conte bis e dell’alleanza coi grillini. «Oggi è chiaro a tutti, tranne ai fanatici, che la condotta di Renzi pone problemi acutissimi al campo democratico e al governo Conte», ha scritto domenica su Facebook, «(…) Renzi è una tigre di carta. Il suo tentativo di creare un terzo polo sta naufragando così rapidamente da renderlo prigioniero di un attivismo autodistruttivo.
Così come, la scelta di passare all’altro campo non convincerebbe la stragrande maggioranza dei suoi elettori. (…) Quanta pazienza si può avere ancora con il fiorentino? (…) C’è invece la possibilità, certamente allo stato attuale tutta da costruire, di sostituire Italia Viva con parlamentari democratici (in quanto non sovranisti, illiberali e autoritari) pronti a collaborare con Conte fino alla fine della legislatura». Il riferimento è a un manipolo di senatori di Italia viva, cinque i nomi che circolano (il Corsera parla di Cucca, Conzatti, Comincini, Grimani e Vono, che smentiscono), molto corteggiati in queste ore dal Partito democratico. Quella di Bettini è una vera e propria chiamata alle armi, sostenuta da una vera e propria fuga culturale a sinistra dal leader di Italia viva.
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dall'articolo di Lettera43.it