Ieri Matteo Salvini a Napoli è andato in ossequio al suo mini-tour di propaganda e gli striscioni che “festeggiavano” il suo arrivo sono stati rimossi dalla Digos. Già che c’era, il Capitano ha svolto il comizio propriamente detto al Teatro Augusteo di via Toledo. Fuori, un cordone di polizia lo separava dai contestatori. All’interno, racconta il Fatto, invece il “capitano” viene bloccato per diversi minuti da un black out. Resta sul palco, microfono in mano, senza poter dire niente. Anche la sua “Bestia”è silenziata: il comizio di Salvini stranamente non va in diretta sui social network. Ma ha fatto anche sapere a cosa assomiglia secondo lui la città:
“Prima si va a votare e meglio è –come ripete da giorni –. Sono disposto a dialogare anche con Italia Viva se serve per tornare alle urne. Ma dialogo anche con Conte. Io dialogo anche con Conte perché in questi mesi non si è fatto nulla, litigano su tutto, è difficile anche fare opposizione. A me va be ne anche Topolino se mi porta al voto”. Preferisce Conte o Topolino? “Topolino”.
FUORI, nel presidio dei centri sociali viene sventolato lo striscione “Napoli non dimentica”e compare un fotomontaggio di Salvini con una svastica sul petto. Dentro, l’originale racconta una città che gli sembra “un campo rom”. Un pretesto per colpire i soliti bersagli: “Tra la Raggi e De Magistris non so chi è meglio, in Cina hanno fatto un ospedale in una settimana, mentre a Roma ci sono voluti 300 giorni per riaprire la fermata Barberini, solo in uscita”. Il battutista prende gli applausi, saluta e riparte. Oggi è a Taranto.
Purtroppo il Capitano non ha fatto in tempo a fare un salto a Scampia, dove avrebbe potuto agevolmente fare la scena del citofono che tanto apprezza. Ma d’altro canto cosa pensi dei napoletani è risaputo, no?
Articolo di Mario Neri per NextQuotidiano.it