Lo smartworking è evidentemente impossibile per colf e badanti. Le famiglie datrici di lavoro domestico non sanno esattamente come regolarsi. Quali accorgimenti prendere a tutela della propria salute e di quella della propria colf? Farle indossare la mascherina (ammesso che la si trovi da qualche parte)? E come comportarsi quando la persona da accudire è un anziano o un ammalato, persone che rischiano di più se esposte al virus? Fino a ieri il datore di lavoro che voleva evitare qualunque rischio al punto da essere disposto a privarsi dell’aiuto di colf e badanti doveva comunque pagare lo stipendio al lavoratore “esentato” dalla prestazione. La situazione che si sta prospettando oggi, però, ha un profilo diverso. L’esigenza di tutela del datore di lavoro va di pari passo con quella del lavoratore. La categoria ha inviato una lettera alla ministra del Lavoro Catalfo per chiedere di essere coinvolta nella definizione di soluzioni.
“Il nostro timore è che molte famiglie decidano di licenziare il lavoratore, visto che al momento non esistono ammortizzatori per questa categoria di dipendenti”, dice Andrea Zini, vicepresidente di Assindatocolf, associazione che rappresenta le famiglie datrici di lavoro. Le famiglie datrici di lavoro sono 2,5 milioni. I lavoratori in regola sono circa 800 mila, mentre si stima che quelli in nero siano 1,2 milioni.
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dall'articolo di Rita Querzè per Corriere.it