Piazzali e vie semivuote, file che abitualmente richiedono ore di attesa ridotte a una manciata di minuti. Colosseo, Piazza San Pietro, Piazza di Spagna e Fontana di Trevi, i luoghi simbolo di Roma svuotati a causa del drastico calo di presenze di turisti nella Capitale per via dell'allarme da coronavirus. "Il calo c'è e si sente eccome. Siamo continuamente raggiunti da disdette", spiega una guida turistica in Vaticano. "Di solito a quest'ora ho già lavorato con una ventina di russi o tedeschi. Per oggi sono a zero", aggiunge una sua collega. "Già da gennaio, con lo stop dei voli dalla Cina, avevamo notato un calo, ma lo tsunami si è abbattuto dopo che è stato dichiarato lo stato d'emergenza per Lombardia e Veneto - spiega Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma -.
Si parla di un 70% in meno di prenotazioni e di cancellazioni che da marzo vanno fino a settembre. Se l'emergenza dovesse durare come quella della Sars si stimano danni per il settore alberghiero romano, senza considerare l'indotto, di almeno 500 milioni di euro".
Articolo e video di Francesco Giovannetti e Cristina Pantaleoni per Repubblica.it