Il presidente del Consiglio ha anticipato in conferenza stampa alcuni contenuti del decreto che ha firmato nella notte. Misure restrittive per Lombardia e 14 province del Centro Nord, limitazioni in tutta Italia. «Il decreto del presidente del Consiglio è stato elaborato nella sua versione definitiva: sono pervenute le osservazioni delle regioni e tra qualche ora sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale e sarà vigente»: con queste parole, nella notte, Giuseppe Conte ha annunciato la messa a punto del nuovo decreto per contenere l’epidemia di nuovo coronavirus. Dopo la conferenza stampa, intorno alle 3 e 30 del mattino, il presidente del Consiglio ha firmato il Dpcm. Il testo identifica alcune aree del Centro-Nord (l’intera Lombardia e poi le province di Parma, Piacenza, Rimini, Reggio-Emilia, Modena, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria, Verbano-Cusio-Ossola, Novara, Vercelli e Asti), dove vengono imposte limitazioni stringenti, ma introduce alcune restrizioni a carattere preventivo anche sul resto del territorio nazionale. Le disposizioni sono valide da oggi, 8 marzo, al 3 aprile 2020, «salvo diverse disposizioni».
Con l’approvazione di questi provvedimenti, ha precisato Conte, vengono meno le «zone rosse» che erano state stabilite all’inizio dell’epidemia («Non c’è più motivo di tenere confinate le persone di Vo’ e del lodigiano»). In serata erano state diffuse delle bozze del decreto (il Corriere le ha pubblicate qui): Conte ha definito la loro divulgazione «inaccettabile». Il testo definitivo presenta alcune differenze rispetto alle bozze (in particolare per quanto riguarda le province coinvolte), ma nella sostanza lo spirito del provvedimento sembra rimasto inalterato.
Nelle zone del Centro-Nord identificate dal decreto sarà istituito «un vincolo a limitare gli spostamenti nel territorio». Si potrà entrare e uscire, ha detto il presidente del Consiglio, solo «per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e di emergenza». Sarà comunque consentito, precisa Conte, il rientro presso la propria residenza o domicilio per chi ne avesse esigenza.
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dall'articolo di Chiara Severgnini per Corriere.it