tutta italia zona protettaCosa deve essere evitato Ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, nonché all’interno degli stessi. Salvo – si legge nel decreto – che per gli spostamenti motivati da “comprovate esigenze lavorative” o “situazioni di necessità ovvero motivi di salute. In sostanza, chi verrà fermato durante uno spostamento tra un Comune e l’altro su un mezzo di trasporto pubblico (che continuerà a funzionare) o privato dovrà dimostrare attraverso un certificato medico o una lettera del datore di lavoro che lo spostamento è necessario. Ai datori di lavoro, pubblici e privati, viene raccomandato di “promuovere” la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti di congedo ordinario e di ferie. A chi nel momento è entrato in vigore il decreto era fuori dalle zone interessate dalle disposizioni è “consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione e residenza. Il decreto non prevede limitazioni al trasporto delle merci.

 

Cosa chiude Impianti sciistici, eventi in ogni luogo pubblico o privato, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimiliati, musei e gli altri istituti e luoghi della cultura, palestre, centri sportivi, piscine, centro natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali e centri ricreativi. Nelle giornate festive e prefestive sono chiuse anche le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati. Restano aperti, invece, i luoghi di culto ma solo se vengono adottate misure organizzative tali da evitare assembramenti. Vengono invece sospese le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali. No anche, quindi, alle messe e ai matrimoni. Tutto lo sport non professionistico si ferma, gli agonisti possono allenarsi e giocare a porte chiuse.

Cosa resta aperto (con prescrizioni) Restano aperti i bar e i ristoranti, ma dalle 6 alle 18, con obbligo di garantire il rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone. In caso di violazione, scatta la sospensione dell’attività. Saranno aperte anche le altre attività commerciali (salumerie, supermarket, negozi di altro genere). Dovranno rispettare anche loro le prescrizioni precedenti e dovranno garantire l’accesso con “modalità contingentate” e adatte ad evitare “assembramenti di persone”, ma nel caso in cui ci siano “condizioni strutturali o organizzative” che non consentono il rispetto della distanza di sicurezza, le “strutture dovranno essere chiuse”.

Chi controlla Spetta ai prefetti assicurare l’esecuzione delle misure e monitorare l’attuazione delle restanti misure da parte delle amministrazioni competenti. Per svolgere il compito che viene loro assegnato, i prefetti possono avvalersi delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, delle forze armate, comunicandolo al Presidente della Regione o della Provincia autonoma interessata. Il mancato rispetto degli obblighi è punito con l’arresto fino a 3 mesi o con l’ammenda fino a 206 euro.

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dall'articolo di    per IlFattoQuotidiano.it 

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