Riprende alle 12 il tavolo tra il governo e i rappresentati dei lavoratori: “Abbiamo identificato e convenuto importanti modifiche all’elenco delle attività produttive indispensabili, cambiando l’allegato del decreto del Governo varato domenica 22 marzo”, dicono Cgil Cisl e Uil. Intanto a Malpensa è atteso il terzo team di medici specializzati in arrivo dalla Cina. Si avvicina l‘intesa tra il governo e i sindacati per decidere quali aziende essenziali potranno beneficiare della deroga allo stop dell’attività produttiva previsto dalle misure per combattere il contagio del coronavirus. Le parti sociali chiedono di ridurre il numero dei comparti e dei lavoratori impegnati a garantire la produzione solo dei beni effettivamente essenziali durante questa fase di emergenza coronavirus. “Abbiamo identificato e convenuto con il governo importanti modifiche all’elenco delle attività produttive indispensabili, in questa fase, per il Paese, cambiando l’allegato del decreto del governo varato domenica 22 marzo”, fanno sapere Cgil, Cisl e Uil in una nota unitaria annunciando che il tavolo con l’esecutivo riprenderà alle 12.
“Molte delle nostre richieste sono state accolte: l’elenco Ateco è stato modificato; attendiamo ora il testo scritto del relativo decreto ministeriale”, ha aggiunto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, al termine del vertice fiume con i ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli. Tra pause prolungate, incontri intersindacali, contatti telefonici e discussioni con i singoli ministri, il confronto è durato oltre tredici ore, sino a notte fonda. “Abbiamo anche ottenuto che i Prefetti consultino preventivamente le Organizzazioni sindacali per definire quali imprese, pur non essendo incluse nell’elenco del Dpcm, svolgono attività funzionali ad assicurare la continuità delle filiere essenziali”, ha precisato Barbagallo. Ieri Giuseppe Conte aveva detto in conferenza stampa che “sulle attività produttive” da tenere aperte l’esecutivo stava ancora lavorando insieme ai sindacati. Per questo motivo il premier si auspicava che gli scioperi annuciati non fossero messi in atto.
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dall'articolo di F. Q. per IlFattoQuotidiano.it