mascherineoms ktp corriere web sezioni 304x232Le nuove linee guida: quelle chirurgiche per gli over 60 e le persone con patologie. Per gli altri istruzioni su come fabbricarle in casa: in tessuto a triplo strato.  Contrordine dell’Oms sulle mascherine: per contenere la diffusione del virus è bene che le indossino tutti in pubblico, non soltanto il personale sanitario e gli infetti, come aveva raccomandato finora. La svolta - spiega l’Organizzazione mondiale della sanità — è dovuta all’acquisizione di nuove evidenze che mostrano che le mascherine possono offrire «una barriera per i droplets, le goccioline potenzialmente infette».  La prescrizione a indossarle arriva dunque dopo che molti Paesi, tra cui l’Italia, hanno già reso obbligatorio il loro uso in pubblico.  Le nuove linee guida sono contenute in un documento in cui si raccomanda il ricorso alle mascherine chirurgiche agli ultrasessantenni e alle persone con patologie pregresse. Per gli altri, secondo l’Oms, sono sufficienti generiche mascherine di tessuto a triplo strato, con una parte di cotone assorbente vicino al viso, uno di polipropilene in mezzzo e uno sintetico esterno impermeabile. 

 Sono, precisa il documento, protezioni che si possono fabbricare in casa, ma anche piccole aziende possono iniziare a realizzarle in serie, creando posti di lavoro.
L’agenza Onu ne raccomanda ora l’uso soprattutto nei luoghi dove non è sempre possibile il distanziamento, come i mezzi pubblici, i negozi, i posti di lavoro, le scuole e i luoghi di culto. Ma, avverte, le mascherine da sole non bastano a proteggersi dal virus, piuttosto sono una delle tante misure da adottare per ridurre il rischio del contagio, come lavarsi spesso le mani e il distanziamento fisico.
Si tratta di un dietrofront netto per l’Oms che per mesi aveva sconsigliato l’utilizzo generalizzato delle mascherine, spiegando che potevano dare un falso senso di sicurezza alla gente comune che le usa non sempre in modo corretto oltre a ridurre il numero di dispositivi disponibili per gli operatori sanitari, i più esposti al virus.

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