I dati dell’epidemia hanno smesso di scendere. Si vedono indici di trasmissione che non calano, e appunto focolai che si accendono. E così si rischiano nuove chiusure proprio mentre diventano sempre più “rilassate” le regole sul distanziamento sociale e sulle mascherine. I braccianti contagiati a Mondragone, il magazzino BRT (Bartolini) a Bologna, i 12 positivi in una RSA di Genova. E poi Fortezza, Como, Palmi che è diventata la prima zona rossa dopo le riaperture e soprattutto Roma, tra San Raffaele, Garbatella e Teresianum: in Italia nuovi focolai di Coronavirus SARS-COV-2 si accendono e si rischiano nuove chiusure proprio mentre diventano sempre più “rilassate” le regole sul distanziamento sociale e sulle mascherine. Tutti i nuovi focolai in Italia. Ieri il conto dei nuovi casi è tornato a salire a causa di un rialzo in Lombardia e dei nuovi focolai che sono stati si spera tempestivamente trovati in diverse regioni italiane. I contagiati in un giorno sono schizzati dai 190 di mercoledì ai 296 di ieri. Soprattutto a causa del raddoppio in Lombardia, passata dagli 88 casi di due giorni fa ai 170 di ieri, e ai numeri più alti della media di Emilia-Romagna (47 nuovi casi) e Campania (17) per via dei focolai a Bologna e Mondragone. Il totale dei casi dall’inizio dell’epidemia sale così a 239.706. Sono 34 i decessi registrati. Repubblica scrive oggi che gli esperti hanno chiuso la loro analisi della settimana scorsa, sulla base dei parametri del monitoraggio disposto dal ministero, e sono arrivati alla conclusione che se anche i numeri restano contenuti, i dati dell’epidemia hanno smesso di scendere. O meglio, si vedono indici di trasmissione che non calano, e appunto focolai che si accendono.
Questo crea un effetto altalena: magari nel corso di una settimana ha problemi una Regione e poi, quella dopo, registra qualche guaio un’altra.
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dall'articolo di Alessandro D'Amato per NextQuotidiano.it