variant med Scuola Ministra AzzolinaSi deve stare a casa se si ha più di 37.5 di febbre o una «sintomatologia respiratoria». Fuor di linguaggio tecnico: non si può andare a scuola se si ha la tosse o il raffreddore. Tra le linee guida del Comitato Tecnico Scientifico per la scuola c’è anche la regola dei tre giorni per il raffreddore: in aula si starà con la mascherina ma a fine agosto si valuterà un alleggerimento con l’abolizione per le elementari, mentre per i banchi vale la regola delle rime buccali: Nelle linee guida sono contenute le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico della Protezione civile, che sulla questione delle condizioni di salute per andare a scuola, sono molto chiare: non solo bisogna non aver incontrato persone positive al Covid nei 14 giorni precedenti né essere stati in isolamento. Si deve stare a casa se si ha più di 37.5 di febbre o una «sintomatologia respiratoria». Fuor di linguaggio tecnico: non si può andare a scuola se si ha la tosse o il raffreddore. Non solo, nel caso l’alunno abbia avuto questi sintomi deve restare a casa per tre giorni. È vero che le scuole potranno avvalersi di un medico per tutte le emergenze, ma queste riguardano più i casi di contagio che non le normali influenze o infiammazioni della gola che affliggono i bambini specialmente durante l’inverno. Chi controllerà allora?

Il Cts esplicitamente spiega che «si demanda alla responsabilità individuale rispetto allo stato di salute proprio e dei minori». Regole sanitarie che valgono anche per le scuole dell’infanzia, perle quali è prevista la divisione degli studenti in piccoli gruppi che restino sempre negli stessi spazi, eventualmente anche peril pranzo, con giocattoli lavabili e assolutamente non portati da casa. Divisione in piccoli gruppi che per essere rispettata impone un grande investimento soprattutto in insegnanti, oltre che in spazi: oggi infatti in media le classi delle scuole dell’infanzia hanno in media 21,4 bambini.

Articolo di NextQuotidiano.it

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