Diversi studi mettono in luce la breve durata della protettività degli anticorpi sviluppati dopo la malattia. Mentre si moltiplicano i casi di guariti di coronavirus che tornano a contrarre il virus, cresce la paura che anche un vaccino potrebbe non essere davvero efficace contro la malattia. Se gli anticorpi prodotti da un ex positivo non proteggono da un ritorno dalla malattia a distanza di poche settimane, lo potrà fare un vaccino? Gli esperti si interrogano e gli studi epidemiologici danno indicazioni tutt'altro che rassicuranti. Infezioni bis in tutto il mondo - Seconde infezioni vengono segnalate in tutto il mondo: l'ultima nel nostro Paese, una donna di Pozzuoli, 84 anni, che è risultata di nuovo positiva al Covid dopo aver contratto la stessa malattia ad aprile, con sintomi poco gravi, risolta nel giro di un mese.
Tuttavia Pierangelo Clerici, presidente dell'Associazione microbiologi clinici italiana, scrive il "Corriere della Sera", precisa che non è chiaro se si tratti davvero di seconde malattie oppure se il virus sfugga al tampone, pur presente nell'organismo, o ancora se frammenti virali restino nel corpo a lungo, a sintomi ormai terminati. Immunità double face - Una ricerca italiana pubblicata su Bmj Global Health ipotizza che l'immunità acquisita non solo non sarebbe protettiva, ma potrebbe favorire reinfezioni con sintomi più gravi. C'è un altro studio del King's College di Londra che parla di un'immunità lunga pochi mesi: nei pazienti esaminati gli anticorpi raggiungono il picco dopo tre settimane e successivamente diminuiscono. Anticorpi e protezione - Dagli studi risulta che i malati sviluppano anticorpi entro 19 giorni in grado di respingere eventuali nuovi attacchi. Ma non è chiaro quanto duri l'immunità concessa da questi anticorpi. A complicare le cose le cose c'è la natura di questo specifico virus, che fa ammalare la stragrande maggioranza senza sintomi o con sintomi molto deboli: impossibile quindi sapere se la risposta immunitaria sia realmente protettiva.
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dall'articolo di Globalist.it