Wertmüller ricorda De CrescenzoLa regista ricorda il filosofo-ingegnere: “Siamo stati molto amici, era una persona meravigliosa”. “Ho sempre detestato quando gli attori gesticolano troppo, soprattutto se si trattava di miei attori. Eravamo sul set di “Sabato, domenica e lunedì” e c’erano anche Sophia Loren, Luca De Filippo e Pupella Maggio. Lui non smetteva mai di muovere quel dito e la cosa mi diede molto fastidio. Gli dissi di fermarsi, di smetterla, ma lui nulla. Alzai anche la voce. Alla terza volta però, glielo morsi. Gli cucii poi la mano nella tasca, per far sì che non lo tirasse fuori mai più!”. Raggiunta a telefono a Ischia dall’HuffPost, con quella sua solita ironia che non la abbandona mai, la regista Lina Wertmüller ricorda Luciano De Crescenzo, scomparso oggi all’età di 90 anni dopo una lunga malattia. “Siamo stati molto amici, era una persona meravigliosa”, ricorda la prima donna candidata all’Oscar come Migliore regista per il film “Pasqualino Settebellezze” nel 1977, proprio lei che tra pochi mesi ne riceverà, finalmente, uno alla carriera.

 

“Mi stava molto simpatico, era napoletano e per questo aveva una marcia in più”, aggiunge. “Ho avuto sempre stima nei suoi confronti come uomo e come filosofo/ingegnere, come lo hanno definito i più. Ho sempre ammirato la sua grande cultura. Come si sa – continua - nel corso degli anni è diventato un autore di successo internazionale, ha pubblicato una cinquantina di libri, vendendo milioni di copie nel mondo e le sue opere sono state tradotte in tante lingue e diffuse in tanti Paesi. È stato anche un mio collega dirigendo, oltre ad interpretare film come “Così parlò Bellavista” e il sequel “Il mistero di Bellavista”, “32 dicembre” e “Croce e delizia”. Dirigerlo era un piacere”. “Il suo grande pregio? Tra i tanti, l’aver parlato di filosofia rendendola sempre divertente e mai pesante. Con lui se ne va un artista che ha saputo far arrivare la cultura a tutti, un po’ come il mio amato Camilleri di cui avevo sempre un libro in borsa. Con lui se ne va l’artista del popolo. Mi mancherà molto”.

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