Per Merkel e Macron "ne deve discutere il G7", scontro con il presidente brasiliano, che pensa di inviare l'esercito. Brucia il polmone del mondo. Brucia l’Amazzonia, e con il verde, il mondo, tra cui anche la distratta Italia, rischia di perdere il 20% della produzione di ossigeno del pianeta e il 10% della biodiversità mondiale. L’Amazzonia è in fiamme da giorni, si apre un processo politico internazionale nei confronti di Jair Bolsonaro, ma per il presidente brasiliano la colpa è delle Ong ambientaliste. Dall’inizio dell’anno ad oggi ci sono stati più 35.000 roghi nei diversi stati che comprendono la più grande foresta tropicale del pianeta, ma a preoccupare è soprattutto l’accelerazione delle ultime due settimane, visibile anche dai rilevamenti satellitari. Secondo Londra, Parigi e Berlino se ne deve occupare il G7, mentre Donald Trump resta in silenzio. Manifestazioni per l’Amazzonia sono in programma per oggi in Brasile e nel mondo.
Le proteste sono in programma a San Paolo e Rio de Janeiro. E inoltre il movimento ‘Fridays for Future’ della giovane svedese Greta Thunberg, divenuta il simbolo della lotta contro il cambiamento climatico, ha lanciato un appello a manifestare davanti ad ambasciate e consolati del Brasile nel mondo. “Anche qui in mezzo all’oceano Atlantico sento parlare del numero record di incendi devastanti in Amazzonia. Il mio pensiero va alle persone colpite. La nostra guerra contro la natura deve finire”, twitta Greta mentre si trova a bordo di Malizia 2, l’imbarcazione a vela che la sta portando in America a emissioni zero. L’Amazzonia brucia, ed è scontro globale, la polemica si allarga e diventa un caso internazionale.
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