L’inchiesta è durata un anno e coinvolge quattro diocesi: l’accusa è di aggressioni sessuali, stupri o abusi su bambini. Il Procuratore generale del Missouri, Eric Schmitt, ha accusato la Chiesa cattolica di aver insabbiato gli atti di pedofilia attribuiti a 150 preti e membri del clero, annunciando dunque che in almeno 12 finiranno davanti alla giustizia. «Per decenni, e malgrado i segnali credibili di aggressione, la Chiesa ha rifiutato di riconoscere le vittime e si è piuttosto concentrata sulla protezione dei preti» ha dichiarato Schmitt senza mezzi termini. L’inchiesta è durata un anno e ha coinvolto 163 persone in quattro diocesi, tutte accusate di reati gravissimi: aggressioni sessuali, stupri o abusi su bambini. «La risposta classica della Chiesa era costringere il prete a seguire una terapia temporanea, poi riassegnarlo a una nuova parrocchia», ha aggiunto il procuratore generale precisando che le comunità non sarebbero state informate dei motivi per cui i preti venivano trasferiti.
«Nei casi migliori, le vittime si vedevano proporre un aiuto psicologico limitato», ha aggiunto. Tra i preti accusati, circa 80 sono ormai deceduti e per decine di altri è subentrata la prescrizione, ma Schmitt vuole portare 12 persone davanti ai giudici.
Documenti e testimonianze
Chi indaga ha raccolto non solo documenti ma anche le testimonianze dei sopravvissuti alle violenze sessuali e di loro familiari.
Uno scandalo che è saltato fuori grazie alla pubblicazione, nell’agosto del 2018, di un rapporto su decenni di aggressioni sessuali da parte di sacerdoti in Pennsylvania. Solo così vari Stati negli Usa hanno effettuato indagini per chiarire se e quali abusi siano avvenuti nella Chiesa nei loro territori obbligando la gerarchia ecclesiastica ad aprire i propri archivi.
Papa Francesco, inoltre, ha attuato un cambiamento nelle leggi canoniche obbligando a segnalare i sospetti di aggressioni sessuali e rafforzando il sistema di allerta per le presunte vittime.
Articolo di Redazione di Open.online