coronavirus cina cinesi non si ammalanoIl vaccino anti Covid potrebbe essere già sbarcato tra le comunità cinesi in Campania dove il mercato nero sarebbe ancora circoscritto a pochissimi “eletti”. Per ottenerlo non basterebbero solo ingenti risorse economiche.  Condizione indispensabile e necessaria più dei soldi, sarebbero, infatti, i giusti “agganci” con la rete della distribuzione del farmaco cinese che, ad oggi, non è commercializzato per la massa. ........   Una cosa è certa: dal boom del Covid sono veramente pochi i cinesi sul territorio italiano ad essersi ammalati e i dati dell’Asl napoletana riflettono alla perfezione questa proporzione. Basti pensare che dalla seconda ondata della pandemia, l’Asl partenopea ha registrato da ottobre, solo 5 contagiati di nazionalità cinese sul totale dei 5200 censiti... Si tratta di persone comprese tra i 36 e i 58 anni, salvo un bimbo di 7 mesi, nella maggioranza dei casi asintomatici o con lieve sintomatologia e in nessuno dei casi con la necessità di cure ospedaliere. Un dato che infittisce il mistero e la domanda sul perché il numero ufficiale degli ammalati Covid sia così ridotto tra le comunità cinesi trapiantate in Italia e, in particolare, a Napoli.

 La risposta al numero ridotto di contagi tra le comunità cinesi, potrebbe non escludere la pista del vaccino clandestino o addirittura contemplare l’ipotesi di difese immunitarie più strutturate per natura ma, per ora, resta un’incognita.

Chi è tornato in patria per sottoporsi al vaccino in Cina, però, non ha dubbi. Da una parte, infatti c’è la spiegazione della «grande attenzione dei cinesi nel rispettare le norme, non abbassare mai la mascherina e igienizzare sempre le mani»; dall’altra c’è il vaccino.

«A novembre mi sono vaccinata contro il Covid-19 in un ospedale in Cina e ora sono immune - ha dichiarato all’Adnkronos Gioia Wuang, una commerciante a Roma di nazionalità cinese - sto bene, non ho avuto né febbre né dolori. Non è obbligatorio, chi vuole può farlo. Da ottobre la popolazione cinese ha iniziato a vaccinarsi contro il Coronavirus e nello Zhejiang, la mia regione, non c’è più nessun contagiato». Secondo Gioia «molti connazionali che vivono in Italia, e che sono andati in Cina per il vaccino, hanno paura di tornare qui per l’alto numero di contagi», ma nel suo caso, si è trattato di una scelta personale. «Ho fatto due punture e ho pagato 60 euro. Un mio amico, dopo aver fatto il vaccino, è andato in ospedale e ha fatto il test per vedere se aveva gli anticorpi contro il Covid-19 e ce li aveva. Il valore era 2,1». Il consiglio, allora è «di farlo a tutti - spiega - così nessuno si ammalerebbe».

dall'Articolo di Melina Chiapparino per www.ilmattino.it  da Dagospia.com

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