..... Visto che lei è una poetessa e quindi non bluffa, partirei dalla sua difesa di Tariq Ramadan, l’icona della sinistra filo-islamica europea accusato di stupro. Sul Fatto Quotidiano scrisse un lungo articolo in sua difesa e fu molto criticata. Quale donna entra nella camera da letto di un uomo per consigli spirituali? Io ci sono entrata soltanto quando non mi dispiaceva l’idea di scoparci. Difendo lui e tutti quelli accusati dal Me Too, ma per Ramadan mi sembra che ci sia stato un atteggiamento un po’ razzista, quando hanno detto di lui: «Dice cose giuste e condivisibili ma non le pensa». Come si permettono, sono forse nella sua testa? Se qualcuno lo dicesse di me lo denuncerei. Su Dagospia mi hanno dato della vecchia puttana, che voleva scopare con lui. Non mi piacciono gli uomini più giovani di me!
Quindi non solidarizza con le donne che hanno denunciato molestie o violenze in questo periodo? Il Me Too mi fa schifo. Ci dovrebbe essere una prescrizione anche per le molestie. Come si fa a denunciare dopo 30 anni uno che ti ha toccato il culo o l’altro ti ha toccato una tetta?
A lei non è mai capitato niente del genere?
Mai! Sono sempre stata io ad assaltarli. Tutt’al più sono gli uomini che possono accusarmi di violenza. Sono contro queste cose «di genere», perché di generi ormai ce n’è un’infinità? Jules Michelet parlava dei “due sessi dello spirito”. Ecco: penso che gli artisti uomini abbiano la parte femminile più sviluppata rispetto agli altri uomini, e le donne quella maschile.
Eppure, Harvey Weinstein è stato incriminato per altri sei capi di imputazione legati a violenze sessuali proprio in questi giorni.
Mi fa veramente pena, vorrei testimoniare a suo favore. Ma, lo giuro, non sono così stronza da sostenere in assoluto questa posizione. Se una donna è costretta contro la sua volontà, per non perdere il lavoro, ad esempio, lo trovo detestabile.
Ma una donna libera, che invece vuole solo fare carriera, la considero una che si vende. Quelle che sono state con lui e poi lo hanno accusato per me sono delle prostitute, come minimo. E anche Jacqueline Kennedy, che mise per contratto un solo rapporto al mese con Onassis, mi sembra una prostituta. Allora sono meglio quelle che ‘battono’ per le strade di Milano.
Lei fu legata per ventitré anni al poeta e critico Giovanni Raboni. Cosa le manca di lui?
Che assurdità…mi manca lui. Era un genio! Capiva tutto, prevedeva le mie mosse, i miei pensieri, mi aiutava in tutto. Mi sentivo in una fortezza. Adesso invece sono in balìa di me stessa, della mia solitudine e delle mie angosce. Ho cercato un fidanzato, ma non l’ho trovato neanche in internet.
Non mi dirà che l’ha cercato sui social?
Macché, sui siti per incontri! Solo che vogliono tutti dei soldi e a me non va di pagare.
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dall'articolo/intervista di Gianmarco Aimi per www.rollingstone.it da Dagospia.com