Senza la componentistica del Nord Italia, in Germania l'industria non riesce a ripartire. L'emergenza Covid sta mettendo a rischio un interscambio da 128 miliardi. Per questo servono aiuti e liquidità. L'analisi e le previsioni della Camera di commercio italo-germanica. Fino all primavera l’interscambio tra Italia e Germania aveva tenuto, poi no. L’indotto delle tre regioni del Nord più colpite dal Covid 19 (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) ha bloccato le forniture soprattutto verso i tre Land tedeschi industriali (Baviera, Baden Württemberg e Nord Reno-Vesfalia) a loro volta i più colpiti in Germania, sebbene su scala minore della Lombardia, dalla pandemia. La propagazione del coronavirus in queste sei grandi e ricche aree europee si sovrappone, come un calco, all’intenso interscambio commerciale che, fino al marzo scorso, ferveva tra le rispettive aziende. Il risultato è la paralisi della produzione industriale europea: un «tunnel» dal quale la Camera di commercio italo-germanica (Ahk Italien) spera di uscire «presto», «insieme e in sicurezza» con l’Italia.
Una ripartenza necessaria per evitare il peggio, anche se, secondo le previsioni per il 2020, per tornare alla normalità occorreranno almeno 6 mesi. COMPARTO AUTO BLOCCATO: Rimettersi lentamente in moto servirà a resistere. Il presidente di Ahk Italien Gerhard Dambach stima che un «paio di settimane di lockdown non cambieranno a questo punto la situazione». A patto che le aziende abbiano subito dagli Stati la liquidità indispensabile per pagare fornitori e lavoratori, «in modo da non essere costrette a chiudere». Un blocco più lungo non è invece sostenibile, anche per l’industria tedesca.
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dall'articolo di Barbara Ciolli per Lettera43.it