Sin dal suo insediamento, la Commissione europea aveva annunciato che avrebbe presentato una serie di proposte per contrastare la disuguaglianza di genere entro marzo 2020, tra cui una misura relativa alla parità di salario per uomini e donne. Come sottolineano gli eurodeputati, infatti, Il rischio di povertà e la minore autonomia finanziaria rende più difficile sottrarsi a una relazione violenta. Tra i provvedimenti previsti per risolvere il divario salariale di genere, c’erano audit obbligatori per assicurare uguale retribuzione, pena l’attuazione di sanzioni. Un vasto schieramento di contrari ha bocciato la proposta. Tra questi, anche Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Delle quattro modifiche previste all’emendamento, solo la prima è stata approvata. Le misure chiedevano più trasparenza delle retribuzioni, oltre che il monitoraggio del divario salariale di genere. Ciò avrebbe indirizzato verso il raggiungimento della parità di salario per uomini e donne.
L’eurodeputata del PD, Pina Picerno, ha commentato così il no della Lega sulla parità di salario obbligatoria per uomini e donne:
Oggi sono 75 anni da quando è stato riconosciuto il diritto di voto alle donne. Abbiamo fatto tanta strada, ma in Italia, e in Europa, c’è ancora una cultura fortemente maschilista e discriminatoria. Le donne devono poter essere protagoniste della vita pubblica, della vita nelle aziende, dobbiamo guadagnare quanto i nostri colleghi maschi, non è una richiesta assurda, è semplicemente un nostro diritto. Servono norme obbligatorie, concrete, non bastano promesse e parole.
I numeri sul divario salariale in Italia e in Europa
Secondo l’Eurostat, la differenza di retribuzione tra uomini e donne nell’UE è del 16%. Nel caso delle pensioni, le cifre aumentano fino al 37%. In Italia, l’accesso al mondo del lavoro per le donne è del 53%, di 15 punti sotto la media europea. Solo la Grecia fa peggio di noi, con il suo 49%. Una vera e propria emergenza, basata su discriminazioni ingiustificate, che avrebbe potuto essere contenuta da misure concrete. Almeno per ora, però, la questione sulla parità di salario dovrà aspettare.
Articolo di Laura Bellucci per UltimaVoce.it