COVID E COCAINA: INCHIESTA A PUNTATE, PRIMA PARTE. La crisi economica provocata dal Coronavirus non tocca il mercato della droga. Anzi, durante il lockdown i traffici dall'America Latina verso l'Europa sono sensibilmente aumentati. Le nuove rotte, i numeri, le voci dell'Europol e dei magistrati che combattono i narcotrafficanti: così, durante la pandemia, la cocaina arrivava nei nostri porti. Caravelle ricche di oro bianco in arrivo dal Nuovo Mondo. Durante il lockdown, le rotte marittime commerciali e le aree portuali europee non sono mai state chiuse, allo scopo di garantire l’approvvigionamento alimentare degli Stati membri. All’interno di alcune “caravelle” – altro non sono che mastodontiche navi cargo – sono stati trasportati ingenti quantitativi di cocaina stipati in quei containers corrosi e sbiaditi dalla salsedine dell’oceano Atlantico. Le forze di polizia europee sono sempre state pronte a dare battaglia, mettendo a segno numerosi sequestri a danno di alcune grosse spedizioni in arrivo da oltre oceano, ma in generale gli arrivi dall’America Latina non sono mai diminuiti. Anzi, la criminalità organizzata internazionale sembra aver scelto il lockdown e le settimane immediatamente precedenti, per realizzare consistenti operazioni di traffico via mare.
“Il traffico di cocaina con containers marittimi ha continuato a livelli paragonabili e addirittura superiori a quelli visti nel 2019”, si legge nel rapporto EU Drug Markets-impact of covid- 19 di Europol e Emcdda, European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction.
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